non al denaro non all’amore né al cielo

Ovvero: paraculacci di fine anno.

Non per soldi ma per senso di servizio. Ora? Un caso. Il vitalizio? Non ci avevo mica pensato.
Val la pena raccontare qui la grande fuga dal parlamento di questi giorni, senza malpensare e senza mettere in relazione i fatti con la riforma previdenziale dei parlamentari (in vigore dal primo gennaio prossimo), costretti – porelli –  a sorbirsi il sistema contributivo come un cittadino qualsiasi privo di onorabilità. Più o meno.

Avanti con la lista, dunque:

1. Nicola Cristaldi (PDL)
Sindaco di Mazara del Vallo e parlamentare fino a cinque giorni fa, si è dimesso dalla Camera per spirito di servizio verso i suoi cittadini.
Rinunciando alla carica, incassa prontamente il vitalizio per le due legislature compiute e non passa sotto la scure della riforma. Aggiunge graziosamente il vitalizio di ex deputato regionale (quattro legislature) e la ritrovata indennità da sindaco, per un incasso mensile superiore agli undicimila euro. Lo sfacciato facciaculista dichiara testuale: “Non mi sono mai fatto condizionare da fattori economici nelle mie scelte e non è accaduto nemmeno stavolta (…) E le spese aumentano, sa? Pensi solo al fatto che dovrò pagare di tasca mia i biglietti aerei per Roma“.
Augurasi schioppone.

2. Raffaele Stancanelli (PDL)
Sindaco di Catania, si è appena dimesso dal Senato, così da cumulare il vitalizio parlamentare, il vitalizio di ex deputato regionale (siciliano anche lui) e l’indennità da sindaco, ripristinata dalle dimissioni. Niente riforma nemmeno per lui, che verrà invece sostituito al Senato dal finiano rimbecillito che mangiò la mortadella in aula.
Augurasi schioppone.

3. Luciano Dussin (Lega)
Sindaco di Castelfranco Veneto ed ex parlamentare da cinque giorni, a settembre sbraitava in tv contro le baby-pensioni e a dicembre cumula un bel vitalizio parlamentare a soli 52 anni, oltre alla solita indennità da sindaco. Avesse aspettato dopo il primo gennaio, il vitalizio l’avrebbe goduto tra sette anni.
Augurasi schioppone.

4. Marco Zacchera (PDL)
Sindaco di Verbania ed ex parlamentare da cinque giorni, passa all’incasso del vitalizio relativo a cinque legislature più indennità, evitando anche lui la scure contributiva della riforma. “Per la mia città” dichiara l’impudente, ricordandosene solo dopo due anni e mezzo che è sindaco.
Augurasi schioppone.

5. Ettore Pirovano (Lega)
Presidente della provincia di Bergamo ed ex parlamentare da cinque giorni, si smarca dalla riforma e si assicura il vitalizio in tempo utile. Più lo stipendio, chiaro. Il signore un anno e mezzo fa ha proposto la deportazione dei mendicanti: «Vedo troppi straccioni per le strade che chiedono la carità; gente che sicuramente in tasca non ha il permesso di soggiorno, da caricarli sui pullman e, poi, sui charter».
Augurasi schioppone.

Infine, un caso particolare:
6. Michele Traversa (PDL)
Sindaco di Catanzaro e parlamentare, ha preferito mollare la carica di sindaco. Forse perché il Comune è letteralmente fallito sotto uno schianto di debiti? A ogni modo, giova ricordare che non ha ancora maturato alcun vitalizio da onorevole, per cui ha ritenuto di rimanere ancora un po’.
Augurasi schioppone.

E ora la domanda: per quanto male si possa pensare del PD, qualcuno ha notato a che partiti appartengono cotesti signori?
E non mi si dica che le decisioni di cui sopra sono dovute alla prevista incompatibilità tra le cariche, almeno per i sindaci, poiché – come si legge dai giornali – la questione non è ancora addivenuta a soluzione e, comunque, nessuno di costoro si era posto il benché minimo scrupolo fino a oggi, data decisamente troppo troppo vicina al primo gennaio.
Buon anno nuovo, cari signori, e che vi porti un bello schioppone cadauno. Con affetto.

  • distillerie
    Dic 27th, 2011 at 00:34 | #1

    Augurarsi schioppone. Quasi meglio di “che te possa pijà ‘n bene”.

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