Savoia o Borbone? (il re spurcazóne)

Con la convocazione del primo parlamento d’Italia e quindi la proclamazione del regno, Vittorio Emanuele II diventò il primo re d’Italia.
Va da sé che, 1861, si ritrovò a capo di uno stato che così grande, da Torino, non l’aveva mai visto e così si disse che un bell’inventario sarebbe stato utile, per capire tra regge, piatti e bicchieri, di che cosa potesse disporre.
Tra i beni incamerati coll’unificazione (meglio: annessione) egli non si fece sfuggire, furbo, la reggia borbonica di Caserta, meraviglia tra le meraviglie e così, solerte, inviò un tot di funzionari torinesi pignoli a inventariare tutto il contenuto della reggia, cucchiaio per cucchiaio. Quelli, dediti al lavoro impiegatizio, compilarono una lista lunga tanto che tanto fece gioire il re di argentina cupidigia.
Rimase interdetto, però, quando vide una voce singola, che tanto aveva lasciato interdetti anche i suoi: numero X di bacili a forma di chitarra di uso sconosciuto. Chissà cosa facevano i Borboni, quegli incivili, con gli strani bacili a forma di chitarra. Soprassedé all’idea di aggiungerci sei corde metalliche e suonarli, e lì li lasciò, nel mistero.
Se ancora qualcuno è incerto se sia stato meglio essere conquistati dai Savoia piuttosto che da qualsiasi altra dinastia umana o intergalattica di ogni tipo, forma o colore, allora è il caso che si scopra cos’erano i misteriosi bacili: ecco. Fortunati, noi.

  • siu
    Ago 28th, 2010 at 06:27 | #1

    Ha ha… La prossima volta che scenderò in albergo chiederò se la stanza è dotata di bacile a forma di chitarra. E poi mi godrò la faccia del concierge.

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