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estasi

momento epico all’olympiastadion

In ogni concerto che si rispetti, l’entrata allo stadio – se ce n’è uno – è uno dei momenti salienti ed epici di tutta la faccenda: il buio delle gallerie e all’improvviso si spalanca l’ovale, che va riempiendosi che sembra che non ci stia più nessuno.

Se poi tutto questo avviene all’Olympiastadion di Berlino, lo stadio di Jesse Owens e delle medaglie alla faccia del baffino isterico, tutto diventa più speciale. Perché lo stadio è ancora quello del 1936, più o meno, basta far finta di non vedere la copertura e immaginarsi orrende bandiere qua e là. Ecco com’è andata, qualche giorno fa (e io avevo la maglietta di Mao, appositamente).

4 risposte su “momento epico all’olympiastadion”

Figuriamoci, i crucchi hanno una solidissima tradizione di hard rock e metal, altro che vibrazioni, e hanno il palato, se così si può dire nel genere, fine: difatti hanno aperto i Volbeat, robusti signori pestoni. Però avrei voluto vedere i signori vibrazioni in pasto a una platea germanica rigonfia di birra.

Ma guarda te, non si sa mai non si sa mai ciò che al mondo ci può capitar… Prima mi piaceva Penelope, adesso invece mi piace Javier, sorprese della vita. Grazie assai.

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