Ciro Principessa

Il 19 aprile 1979 Claudio Minetti, figlioccio di Stefano delle Chiaie, frequentatore assiduo dell’MSI di Acca Larentia, proprietario di una bella storia intrisa di canzoni del fascio e di fede cieca nel Duce, entrò nella biblioteca della sede del PCI di via di Torpignattara con un coltello nei pantaloni.
Ciro Principessa, compagno militante, era tra coloro che credevano nel riscatto culturale delle periferie borgatare e per questo si dedicava anima e corpo alle attività in sezione: quel giorno era al banco della biblioteca circolante. Chiese un documento di identità a Minetti, procedura normale per il prestito, e al rifiuto di questi cercò di farlo allontanare: il neofascista arraffò il primo libro a tiro e scappò in strada. Principessa, perché è anche alle piccole ingiustizie che bisogna ribellarsi, lo inseguì e lo raggiunse: nella colluttazione fu accoltellato, in mezzo alla strada.
Sebbene a prima vista non sembrasse grave, Ciro Principessa morì il giorno dopo, in ospedale, a ventitre anni. Minetti, preso in un bar, fu dichiarato incapace e condannato a dieci anni di manicomio giudiziario. Lo stesso giorno, esplosero quattro chili e mezzo di tritolo davanti al Palazzo Senatorio in Campidoglio, davastandone il portale, l’arcata e le colonne di sinistra, danneggiando il basamento del monumento a Marco Aurelio: per caso, la piazza era vuota a causa di un violento temporale. Tra le rivendicazioni, il “Movimento rivoluzionario popolare” (Mrp) che fece riferimento esplicito all’arresto di Minetti.

Principessa morì per riprendersi un libro e per difendere un principio. Progetto memoria e antifascismo di Roma propone un concorso per ricordare Ciro Principessa: un racconto di non oltre trentamila battute da inviare entro il 20 marzo 2011 a premioc.principessa@tiscali.it.
Per chi fosse interessato, i dettagli nella locandina.

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