toh, guarda chi c’è

Paolo Villaggio, da sempre, ha una prerogativa irresistibile ai miei occhi: non è un ipocrita e, anzi, è perfido e cattivissimo a seconda dell’uzzo.
Il che, nel suo ambiente di lavoro, lo ha reso piuttosto impopolare, almeno agli occhi di coloro che, miserabili, venivano poi sonoramente presi per il culo dallo stesso Villaggio nei suoi film: attorucoli, puttanieri, signorine idiote, leccaculo, arrivisti dell’ultima ora. Per non dire dei miti santificati della sinistra, vedasi la corazzata. Inutile dire che ne vado pazzo.
Un aneddoto significativo raccontato da lui medesimo, che ha per protagonista suo fratello Piero.

Negli anni della scuola, Villaggio e suo fratello tornavano da scuola all’una e regolarmente incontravano un inquilino che prendeva l’ascensore con loro. Per anni i due ragazzetti non gli rivolsero mai la parola, mai un saluto, mai uno sguardo. Il vicino, una volta, fermò Piero e gli domandò come mai non l’avessero mai salutato nell’ascensore, mai preso in considerazione, quali fossero le ragioni.
Piero, puro genio pure lui, rispose: “Mi scusi, non l’avevamo visto”.

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