la stazione di monta

svampaIl 19 aprile scorso, un po’ per tirare la volata al capo della Provincia milanese e un po’ perché è la sua vita, Nanni Svampa ha tenuto un concerto a Milano, in un circolo ARCI davvero sontuoso.
Inutile dire che Svampa, tra Gufi e Brassens, è uno che va sentito almeno una volta nella vita e altrettanto inutile dire che io, con un degnissimo compagno di merende, c’ero. Concerto notevolissimo, divertente e incantato, con certi concetti fondamentali che passano qua e là come piccole pietre molto preziose, tra donne di ringhiera e amanti avvinazzati. Oltre, naturalmente, alle selvagge storielle da osteria. Ed è una di queste che voglio raccontare, come l’ha raccontata lui:

In un paesello del varesotto, appena dopo la guerra, arriva alla stazione di monta il toro. Naturale che tutti i contadini portino le loro vacche a ingravidare. Un contadino incarica la figliola di portare la vacca alla stazione di monta. Lei, un po’ ruvida, prende la vacca e si incammina. Sulla porta della chiesa, il parroco la vede e le dice: “O dove vai, figliola, con la vacca?”. Lei (si immagini l’accento varesotto-belluino) risponde: “Eh, porto la vacca a far montare”. E il parroco: “Ma benedetta figliola, non può dunque attendere il tuo papà a questo mestiere?”. E lei, subito: “Eh no, ci vuole proprio il toro”.

(Stazione di monta batte Stazione centrale).

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