via, figliole, non piangete

Piuttosto nota è la storia del prete di Travale. Tanto nota che la raccontava anche Bianciardi, il mio prediletto, ed essendo Travale vicino a Grosseto va da sé che Bianciardi la conoscesse. Orbene, il prete di Travale era un vecchietto in gamba, ottimo predicatore, apprezzato e stimato proprio per la sua capacità di stendere i sermoni e raccontare le storie del Cristo. Per questo, il venerdì santo e le altre feste comandate la chiesa era sempre piena: sarà un caso, ma quasi sempre piena di donne.
Un venerdì santo in particolare, il prete di Travale raccontava ispirato la passione e la morte di Gesù; tanta era la bravura e la partecipazione nel racconto che le donne, tutte, a sentire dei chiodi, del sangue e della corona di spine, si misero a piangere, trasportate dal racconto. Al prete, che era un brav’uomo, questo dispiacque, perché non desiderava certo far piangere qualcuno, a maggior ragione le donne che lo seguivano con tanto affetto. “Via, figliole”, disse per consolare interrompendosi a un tratto, “non piangete così, è una cosa successa tanto tempo fa”. E poi aggiunse: “E, forse, non è nemmeno vera”.

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