l’abbiamo fatto: Garabalda fa farata

  • siu
    Lug 13th, 2011 at 19:45 | #1

    Quelli che hanno comprato la maglietta garabalda so per certo che sono persone brillanti, fantasiose, creative, di talento, grandi, intelligenti, originali, intuitive, acute, ingegnose, dotate, fantastiche, insomma, via… geniali.

  • Lug 13th, 2011 at 20:17 | #2

    Geni!!! genii? genî? Comunque faccio l’ordine…

  • trivigante
    Lug 14th, 2011 at 10:26 | #3

    Una delle idee che sottosta a questa cosa di Garabalda è che pensavo che tutto sommato tendiamo a pensare che la nostra storia recente cominci con la Resistenza. Il che non è vero, abbiamo una storia più lunga e altrettanto gloriosa, e bella.
    E allora perché non ricordarsene?

    E poi c’è un aspetto buffo: quando indossate la maglietta, le persone per strada prima vi danno uno sguardo veloce, di sicuro pensando che sia una maglietta del Che, poi fanno qualche passo e si accorgono (si vedono le rotelle cerebrali girare) che c’è qualcosa di strano, e allora vi riguardano fissi, mettendo a fuoco il punto. Uno spasso.

  • Lug 15th, 2011 at 11:54 | #4

    Si, colpisce. Io ad es. passeggiavo a Bologna, e A., che mi seguiva di qualche passo ha sentito uno che, dopo avermi incrociato ha esclamato al compagno di strada: “Oh, ma hai visto, quello, c’ha la maglietta rossa di Garibaldi!!”
    E’ vero che mentalmente escludiamo il Prima-della-Resistenza. Sarà il passato fassista che non vogliamo fare nostro (per vergogna o per schifo), sarà che l’Ottocento sembra (è) molto lontano nel tempo e nel cosare (ad es. non c’era l’elettricità, si vestivano in modo buffo, ecc), ma quello che siamo viene da lì.
    E aggiungo, anche quello che ancora non siamo, viene da lì. Ancora non abbiamo portato a compimento quell’idea di Italia unita. Mandiamo persone nello spazio ma quando parli, ancora oggi AD 2011, di UNA Italia, da Nord a Sud sembra un gesto futurista, sembra che si debba “osare” parlarne. Per non dire del concetto di “identità”, che è ancora altro rispetto all’unità…
    Ma ora e per sempre GRAZIE Trivigante, per tutto quello che muovi, grazie grazie grazie!

  • siu
    Lug 15th, 2011 at 15:59 | #5

    A integrazione di quanto scrive Gnappolo, per quanto mi riguarda so benissimo perchè la storia patria ottocentesca con particolare riferimento all’unità d’Italia l’avevo sempre detestata, e il più possibile rimossa: perchè a scuola, le (ottocentesche) elementari soprattutto, mi ci avevano bombardato senza scampo, ma solo nel senso di un patriottismo d’obbligo tronfio e vuoto, una specie di dogma, sacro, altisonante e imposto nel disinteresse -in parte sicuramente voluto- rispetto ai contenuti autentici e significativi di una stagione incredibile, vivaddìo densa e scoppiettante come poche altre. Il che credo sia avvenuto in modo particolarmente marcato da queste parti, “terre redente”, che specie dopo l’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia si sono rivolte sempre un po’ troppo a destra; sta di fatto che quel forte imprintig patriottardo, al primo barlume di età della ragione la mia generazione l’ha rinnegato, votando all’oblio tutto ciò che ci aveva ammorbato l’infanzia, e non solo; atteggiamento che inevitabilmente e più o meno 68escamente abbiamo poi trasmesso alla prole, credo, e in quanto classe insegnante agli alunni, buttando evidentemente un po’ troppo bambino insieme all’acqua sporca.
    In compenso devo dire che proprio in occasione del 150enario che ha rivivificato -Trivigante vi sia compreso- la nostra storia, risentendoli qua e là mi sono accorta che ricordo perfettamente i canti del Risorgimento imparati allora. E che non mi dispiace…

  • siu
    Lug 18th, 2011 at 15:05 | #6

    Ma l’avete vista la Settimana Enigmistica di questa settimana a pagina 17?

  • trivigante
    Lug 18th, 2011 at 16:11 | #7

    No, che dicono? Che fanno?

  • siu
    Lug 18th, 2011 at 19:28 | #8

    E che devono fare… quello che hanno sempre fatto, ad esempio inventare dei rebus.

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