l’ora dell’aneddoto: il solfeggio

Per la gioia degli amanti del forsenontuttisannoche, oggi si parla di Guido d’Arezzo, Paolo Diacono, del nome delle le note musicali e, marginalmente, della testa di San Giovanni Battista. Succulento.

Guido Monaco, altresì noto come Guido d’Arezzo, fu monaco benedettino e insegnante di musica nell’abbazia di Pomposa, luogo notevolissimo, e nella cattedrale di Arezzo ed è unanimemente ricordato come colui che innovò radicalmente la notazione musicale, portandola grossomodo a ciò che è oggi.
Il maestro Guido ebbe non poche difficoltà a far imparare i canti gregoriani a quegli zucconi dei monachelli, che tendevano a dimenticare le poche istruzioni musicali ricevute, e fu così che, stremato, adottò un sistema nuovo di notazione e di insegnamento: in sintesi, la solmisazione e il tetragramma.
In pratica, raccolse l’incipit del noto inno a San Giovanni Battista di Paolo Diacono, noto ai monachelli, e ne cavò le note come le conosciamo oggi:

Ut queant laxis
Resonare fibris
Mira gestorum
Famuli tuorum
Solve polluti
Labii reatum
Sancte Iohannes

E vualà: i monachelli se le ricordavano. L’Ut, ancora oggi in uso in francese, per esempio, venne poi sostituito nel Seicento dal Do, su proposta di Giovanni Battista Doni (un altro G.B.), il quale sosteneva che la scelta fosse in splendidissimo onore del Dominus ma i maligni, sempre presenti, non mancano di far tuttora notare il cognome del Doni. Furbetto.
Da tutto ciò, per derivazione all’indietro, deriva il fatto che San Giovanni Battista è il patrono dei cantori, pur nulla sapendone lui. Più corretto, invece, il fatto che sia il patrono degli albergatori, in ricordo del banchetto di Erode che gli costò la testa, di sarti, pellicciai, conciatori di pelli grazie al suo vestito di cammello cucitosi da sé, e dei cardatori di lana per l’agnus dei che rappresentava. Ovvissimo, infine, che sia il patrono di tutte le anime decollate, vista la fine che ha fatto. Per chi volesse farci scappare la gita agiografica, la sua testa è conservata a Roma, qui.

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