rifugiati, profughi interni e richiedenti asilo

refugeesE’ uscito il rapporto 2008 del commissariato ONU sui rifugiati, Global Trends 2008.
Se Afghanistan (2,8 milioni di persone) e Iraq (1,9 milioni) sono i paesi con il maggior numero di persone in fuga, i principali paesi di accoglienza degli stessi sono Pakistan (1,7 milioni), Siria (1,1 milioni), Iran (980mila), Germania (582mila).
Il dato sconcertante, che aiuta a capire un pezzo del mondo in questo momento, è il totale delle persone costrette ad abbandonare la propria casa per motivi di povertà, guerra o conflitti di ogni genere: 42 milioni. In questa cifra spaventosa sono compresi anche i 26 milioni di persone costrette a sfollare all’interno del proprio paese, di cui quasi tre milioni solo in Colombia. Un dato che pare emergere dalla relazione è il sostanziale aumento della durata dei conflitti rispetto al passato, più che il numero, il che comporta l’aumento del protrarsi degli esili, spesso quantificabili in anni, se non in decenni. Ciò che mi colpisce maggiormente è il fatto che il 44% dei rifugiati e dei richiedenti asilo abbia meno di 18 anni, ovvero circa venti milioni tra bambini e ragazzi costretti alla fuga. Rispetto al 2007, 604.000 rifugiati sono rimpatriati volontariamente nei propri paesi di origine, il che rende l’assurda, incredibile cifra di 42 milioni di rifugiati una delle più basse degli ultimi quindici anni.
C’è un mondo là fuori, bellissimo e talvolta crudele, in continuo movimento: noi, qui ora, possiamo averne coscienza, a differenza delle generazioni che ci hanno preceduto, e provare ad ampliare la nostra visuale. Basta usare il mezzo e, come sempre, la testa.
C’è chi già lo fa, e sono molti: per esempio, i fratelli danesi Mikkelsen che hanno aperto un social network, Refugees United, riservato solamente ai rifugiati, che in ventitre lingue permette di inserire elementi utili, seppur anonimi e scelti dall’utente (soprannome, data dell’ultimo incontro etc.), perché gli amici e i parenti possano entrare in contatto, anche se solo via rete, con i propri cari. Al di là della cosa in sé, l’importante è essere coscienti e presenti. D’ora in poi, per quel che mi riguarda, questo spazio è chiuso alle zoccolette sulle coste sarde, ai candidati alla segreteria del PD e ai leghisti di ogni specie e colore. Anacronistici e, come minimo, ridicoli.

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