speciale europee pt. 2: di terra bella e uguale non ce n’è

“Un giardino dentro al mare / Contadina come me / Ride e canta e ballerina / Forse il sole è nato qui”: efforse anche no. Qualcuno non era d’accordo e cantava: “l’Italia metà giardino e metà galera”.
Seconda puntata dell’appassionante viaggio all’interno delle liste candidate alle europee e sbornia di retorica nazional-popolare sul paese che come si mangia in Italia, le donne, il genio, il sole, l’allegria, orcozzio. Declinazioni della summa forzitaliota, e speriamo sempre non ci tocchi mangiare spaghetti bolognaise a Colonia o a Manchester.

In puro stile Tozzi-Morandi-Ruggeri apre la parata la lista “Gente d’Italia”, che se ne va, bandiera spiegata al vento e dodici stelline europee (Romania? Che Romania?), sottotitolo esplicativo: “Oltre la casta”, che detta così pare puntare a una super-casta di contadini, ballerine e suonatori di tortiglioni. L’immagine, oleografica, della Mangano con la faccia di Sordi si fa strada verso Bruxelles, con le calze da mondina ai piedi e in testa il genio italico che con colpo di reni recupera le materie insufficienti all’ultimo giorno utile di giugno.
Risponde alla pari “La mia Italia”, simbolo spudoratamente copiato con sorrisetto tricolore e palese rimando all’“Italia che ho in mente”, gran buffonata recitata a schermi unificati. Il sottotitolo: “protagonista democratica popolare” copre tutto lo spettro visibile dal lato ggente e garantisce equa distribuzione dei benefici: un posto al sole, partecipazione con eguali diritti, bel canto per tutti. L’Italia del valzer, l’Italia del caffè.
Terza posizione balenga ma meritevolissima alla lista “Terra d’Italia”, tautologico anzichenò, concetto ribadito ulteriormente nel sopratitolo “La mia terra”, a rubar voti alla lista precedente. E anche qui l’immagine dell’albero degli zoccoli ambientato nella classe di “Cuore” si manifesta con l’audace sostantivazione (argh!) ancor più sotto: “ambiente, ruralità, caccia, pesca, tradizioni”, in cui chiaramente è più che lecito sparargli o, semmai, pescarlo, all’ambiente.
Irresistibile la semplificazione grafica: pino>passator cortese>nano>gabbiani>mare e montagna. Chè la pizza non si sa mai a che gusto prenderla e che bello il riso argentino dei bambini le giornate di sole.
Niente scorregge, please. Sinceri e rurali fino al 7 giugno.

  • siu
    Mag 25th, 2009 at 11:15 | #1

    Caro Trivigante, i simboli da par loro ce la mettono davvero tutta, non lo si può negare.
    Ma i tuoi commenti li trovo irresistibili. Semplicemente (si fa per dire), perfetti.
    Per la serie l’obbrobrio della delizia, no, la delizia dell’obbrobrio, ma no, dall’obbrobrio alla delizia: bo’, non so bene, sono un po’ frastornata, e non so neanche se più dall’obbrobrio o dalla delizia…

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