milano, 25 aprile 2009

Non credete a chi dice che eravamo venticinquemila, eravamo molti ma molti di più, tutti insieme a celebrare la Resistenza. Alla faccia di Formigoni e delle vecchiarde assenti.

  • siu
    Apr 26th, 2009 at 17:56 | #1

    Anche la Risiera di San Sabba, a Trieste, ieri mattina era piena, come sempre il 25 aprile.
    Ma sarà stato il sole improvvisamente forte, il gran caldo, non so… la gente chiacchierava, un po’ troppo; anch’io chiacchieravo, un po’ troppo… l’atmosfera sembrava meno intensa delle altre volte.
    A un certo punto il Coro Partigiano ha attaccato la canzone “Auschwitz”, e molti di noi dietro, una strofa dopo l’altra, in tutta la solennità, di quelle parole, e quella musica…
    Un signore, pochi capelli, tutti bianchi, un po’ sulla destra davanti a me, ha tirato fuori dalla tasca della giacca un fazzoletto, e si è asciugato, timidamente, gli occhi. Appena un attimo dopo l’ha fatto di nuovo, e poi ha dovuto anche soffiarsi il naso, ma l’ha fatto senza il minimo rumore.
    Mi stavo domandando quale ferita, quale ricordo atroce custodisce il suo cuore… Da dietro di me, leggera e silenziosa (come un angelo, ho pensato) una ragazza, la figlia o forse la nipote, non so… è venuta a cingergli le spalle con un braccio, e poi la sua testa è rimasta appoggiata a quella di lui, ma un po’ girata verso di me, e allora ho visto che dopo un po’, assolutamente senza farsene accorgere, stava piangendo anche lei.
    A quel punto (già era in corso una dura lotta con le mie, di lacrime, per poter continuare a cantare che ad Auschwitz c’era la neve… e soprattutto che ancora tuona il cannone) ho dovuto arrendermi anch’io.
    E cantando e piangendo ho pensato che non lo dimenticherò, questo 25 aprile.

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