ancora Bologna, ancora il due agosto
E ancora una volta lo stesso manifesto, con un anno in più e con una nuova scritta in calce, con una determinazione e convizione cui va reso solo merito. E’ il lavoro dell’Associazione delle vittime della strage della stazione di Bologna, e quest’anno sono trenta. Fa impressione vederli tutti insieme, uno a uno, ognuno un anno. Non è una consuetudine, non ci si abitua, ogni anno fa male. Perché non è giusto.
Semplice: non è giusto.
No, non è giusto.
Come non è giusto che -manifesto dell’anno scorso- la certezza della pena in questo paese sia riservata esclusivamente alle vittime ed ai loro familiari.
E se c’è qualcuno che, grazie al segreto di stato, l’ha fatta franca finora -per questa come per altre stragi, Brescia, Italicus e Ustica tanto per dirne tre- mi chiedo come faccia a dormire la notte. Da parte mia mi auguro che non chiuda occhio, se non per l’appuntamento con i peggiori incubi. Che comunque non potranno mai neanche lontanamente assomigliare a quelli senza fine attraversati dalle vittime delle stragi, dai loro familiari e da questa maledetta Italia tutta.