facciamo i conti nei nostri lavandini

Dunque: il 75% del pianeta è coperto di acqua. Però il 97,5% di questa è salata, ossia sono gli oceani, quindi solo il 2,5% è utilizzabile come acqua dolce. Di questo 2,5% il 70% è ghiaccio, sparso sulle montagne e ai poli. Il che lascia il 30% del 2,5% disponibile. “Disponibile” è una parola grossa, visto che la maggior parte di quest’acqua dolce è inquinata, fatto che porta all’1% la percentuale dell’acqua direttamente utilizzabile, ossia lo 0,007% di tutta l’acqua sulla terra. Da far venire il mal di testa e un groppo in gola.
Ma non basta: di questa percentuale irrisoria, il 70% è utilizzato per l’agricoltura e il 22% per l’industria.
Ne resta poca, pochissima. E mal distribuita.
Il che implica, necessariamente, che ognuno di noi si dia una regolata, ma sul serio, con l’utilizzo dell’acqua dolce, poche cazzate. Il limite tollerabile di consumo è fissato dall’OMS in 9,5 litri di acqua potabile al giorno. Novevirgolacinque, 2,5 galloni cadauno. Pensateci quando tirate la catenella dello sciacquone, in un colpo solo avete bruciato la vostra percentuale quotidiana. Al secondo colpo, stiamo usando l’acqua di qualcun altro, che probabilmente il cesso ce l’ha nel campo.
Il fatto che ci sia gente che si comporta molto molto peggio di noi non implica assolutamente nulla, perché i comportamenti individuali contano per ciò che sono, ovvero individuali, appunto. E non c’è assoluzione nell’essere migliori dei peggiori. I quali, bene dirlo, sono davvero i peggiori: ogni americano consuma ogni giorno tra i 300 e i 380 litri (80-100 galloni) di acqua potabile al giorno. Stronzi anche in questo.
Che fare, dunque?
Limitare i consumi: installare miscelatori d’aria sui rubinetti; regolare la portata dello sciacquone del cesso o piazzarci dentro una bella bottiglia piena; usare l’acqua già usata per innaffiare le piante; fare la doccia anziché il bagno; raccogliere l’acqua piovana per lavare, che so, la macchina o altro; far controllare il proprio impianto idrico di casa; chiudere il rubinetto mentre ci si insapona o ci si lava i denti o ci si rade; smetterla di fare lavatrici e lavastoviglie ogni due per tre; lavarsi un pelino di meno (e, peraltro, ci si guadagna parecchio in cazzate idratanti) e avanti.
Soprattutto, smetterla di comprare quella cavolo di acqua in bottiglia, che è una delle più grosse stronzate dell’era moderna per cui se non bevi acqua depuratissima diventerai esteticamente un mostro ributtante.
Sono scelte che vanno fatte e che comportano pochissima fatica. E come tutte le scelte, vanno a vantaggio sia di chi le compie sia di tutti coloro che, invece, non vi si applicano. I quali, per quanto mi riguarda, sono degni di parecchi fanculi aggratis.
(fonti: qui e qui).

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