undici interessanti note sullo IOR

Dello IOR, Istituto per le Opere di Religione, si è detto molto, soprattutto in relazione agli scandali finanziari e politici che l’hanno visto coinvolto in tempi recenti (Banco Ambrosiano, Enimont, P2, Calciopoli, Mafia, caso Fiorani eccetera); sebbene gli aspetti oscuri siano più di quelli alla luce del sole, vaho notato alcune informazioni interessanti, non organizzate e non sistematiche, che vorrei condividere qui.
Ma prima una precisazione: lo IOR non è la banca centrale della Santa Sede (che, invece, è l’APSA, Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica), è bensì una banca privata a scopo di lucro con un presidente che risponde a un consiglio di amministrazione di cinque cardinali e al papa stesso. E basta. Il che già non è male.
Ma c’è dell’altro. Ecco undici informazioni, sconclusionate, che ho raccolto al riguardo:

  1. nel 2008, lo IOR aveva un patrimonio stimato in cinque miliardi di euro e 44.000 conti correnti (pare);
  2. il bilancio dello IOR è noto solo al Papa, al collegio dei cinque cardinali, al Prelato dell’istituto, al Consiglio di sovrintendenza, alla Direzione generale, ai revisori dei conti;
  3. gli interessi medi oscillano tra il 4% e il 12% ed essendo il Vaticano privo di tasse si intendono netti (quanto pigliate dalla vostra banca?);
  4. il Vaticano NON aderisce ai patti internazionali antiriciclaggio;
  5. i clienti della banca sono identificati solamente con un codice numerico, non esistono nomi;
  6. a seguito di qualsiasi operazione NON vengono mai rilasciate ricevute;
  7. non esistono libretti di assegni intestati allo IOR;
  8. le transizioni di denaro avvengono solamente tramite bonifico;
  9. poiché la banca risiede nello stato del Vaticano, è necessario richiedere una rogatoria internazionale per fare accertamenti sui conti e sugli spostamenti di denaro;
  10. il Vaticano non ha mai concesso alcuna rogatoria;
  11. tra gli incredibili investimenti dell’istituto, giova ricordare che nel 1935 lo IOR investì nelle Officine Meccaniche Reggiane, nella Breda e nella Compagnia Nazionale Aeronautica, ovvero le fabbriche che fornirono armamenti e munizioni per l’offensiva italiana in Libia.

Si potrebbe andare avanti parecchio ma già così, direi, non è niente male. Date queste poche premesse, quali possono essere gli scopi di una tale banca (e la domanda è retoricona)? Se avete pecunie olentes, sapete a chi rivolgervi.

  • siu
    Ago 17th, 2009 at 10:19 | #1

    siu: gulp! sdeng!! aarrgghhh!!! gasp!!!! sbbleaahhhhh!!!!!!
    Lor/mon/signori dello IOR: slurp.

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