i divieti della metropolitana milanese (posatori di cose)

strusciare
scalzi

La metropolitana milanese è, tra le altre cose, un ricco covo di divieti.
Sono lontanissimi i tempi di Ariberto da Intimiano, l’arcivescovo che fece di Milano una città aperta, nella quale chiunque vi si recasse per mercanteggiare o produrre cultura era considerato cittadino. Oggi i divieti superano i permessi e vige la regola, costante, del quinonsipuò.
In metropolitana, o meglio sulle scale mobili, troneggiano alcuni cartelli censori, prodotti probabilmente in qualche oscura officina negli anni Cinquanta, che segnalano i comportamenti vietatissimi.
Per esempio, è vietato – letterale – “strusciare i piedi contro la balaustra e contro i frontali dei gradini”. Ammesso che si riesca a comprendere cosa sia la balaustra della scala mobile, strusciare i piedi non è bella cosa, è sinonimo di sciatteria e di comportamento poco elegante. O si sottende che è vietato pulirsi i piedi dalle deiezioni canine (leggi: lamerda) sui comodi profilini della scala mobile? Chissà.
Molto molto più bello è il divieto de “l’uso della scala mobile a piedi scalzi”: un po’ perché fa schifo, ma la grafica suggerisce invece che i tirannosauri robot con lo snodo della gamba al contrario, ovviamente scalzi, non possono calcare le scale mobili milanesi. Fortuna che di sauri meccanici non se ne vedono molti, al giorno d’oggi.
E poi, categoria fondamentale del divieto milanese, è vietato posare.
Non posare nel senso di mettersi in posa, non posare nel senso di quietare, sedare o avere tregua, non posare pavimenti, bensì appoggiare qualcosa che l’uomo porta, come da dizionario etimogico. Ma, se la precisione conta, allora varrebbe più il ponere latino, ovvero porre e deporre, a far dei dettagli una scienza.
Ma ciò al vietatore milanese frega poco e, quindi, avanti tutta con il verbo transitivo selvaggio:

Posare, cazzo, è vietato posare qualunque cosa e basta. Il signor Brambilla di Quarto Oggiaro provò nel 1957 a posare il cane sulle scale mobili: il cane morì affettato dalla scala mortale rotante, il signor Brambilla fu deportato a Pianosa e condannato a vent’anni per “posaggio criminale” e l’autore linguista dei divieti fu portato in trionfo sugli scudi per aver sventato il complotto dei posatori di cose.

  • sanfello
    Mag 10th, 2009 at 10:09 | #1

    Ma l’omino nel primo divieto cosa gli sta facendo al cane?

  • djenzio
    Mag 11th, 2009 at 13:45 | #2

    E quello che non è possibile posare, bisogna necessariamente portarselo in spalla?

  • Mag 12th, 2009 at 10:49 | #3

    Si, tipo i pacchi ingombranti… Immagino il divieto dei pacchi non sia perchè il peso conta solo se lo posi (e non se ce l’hai inspalla), ma perchè essendo appunto ingombranti, se finiscono nelle scanalaturine dei gradini o, come l’ombrello (vietato posarlo!), tra un gradino e l’altro, possono danneggiare il sofisticato meccanismo.
    A proposito di scale mobili, qualcuno apprezza i nuovi tapis roulants di Milano Centrale? Se non ho capito male, sembra siano stati messi in modo che devi comunque percorrere tutto il mezzanino per scendere di due livelli. E giustamente, obbediscono al divieto “Vietato posare tapis roulant in modo intelligente”

  • djenzio
    Mag 12th, 2009 at 12:10 | #4

    Il più, peraltro, è trovarne uno funzionante senza dover camminare per chilometri.
    E soprattutto, geniali i dissuasori che impediscono l’accesso delle carrozzine ai tapìrulànt. Vero e proprio disincentivo alla procreazione.

  • trivigante
    Mag 12th, 2009 at 15:02 | #5

    I tapis roulanti di Milano Centrale saranno oggetto di prossimo post, qualcuno legge nella mente di qualcun altro. Il timore mi pervade.
    Per sanfello: l’omino nel primo divieto sta con evidenza posando il cane. Qualsiasi cosa voglia dire, non indaghiamo oltre…

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