il natale di Venere Verticordia
Oggi un tempo era giorno di veneralia, ovvero le donne devote a Venere Verticordia si denudavano e, offrendo incenso alla Fortuna Virile, chiedevano al dio la concessione di occultare i propri difetti fisici agli occhi degli uomini. Il tutto veniva accompagnato da papavero macinato e sciolto nel latte, addolcito col miele. Ai nostri tempi, invece, ci facciamo gli scherzi. Se Youtube, solo per oggi, ha capottato tutti i video, invitandoci a capovolgere la testa come i materassi a primavera, oppure qualcuno pulisce le montagne (giustamente!), il Guardian, non nuovo agli sghezzi, ne ha fatto uno pari bello:
Già Rio Palof rimanda all’anagramma “Fool Apri”, scardinare un pilastro dell’informazione inglese a favore di Twitter poi è da brividi, ma la parte più bella è “gli esperti spiegano che qualsiasi storia può essere riassunta in 140 caratteri”. Qualcuno deve avere trasalito non poco.
A dimostrazione che gli esperti hanno ragione, ecco una storia in 136 caratteri: “Gesù Cristo, figlio di Dio, nato da vergine in Palestina, visse 33 anni 2.000 anni fa, fece alcuni miracoli, fu crocifisso e poi risorse”. Ne avanzano pure quattro.
E’ proprio vero, in effetti. Ecco un’altra storia: “Nell’Italia del Seicento due ragazzi s’amano, però la peste e i nemici spagnoli dicono no all’unione. Però, il bene e un prete fanno sì che” (139).
Un uomo di mezza età fa una visita guidata nell’aldilà, incontra un sacco di gente,
sente la fanfara dei cieli, e alla fine esce che è buio.(140)
Un vecchio cieco narra di quando i Greci s’incazzarono, attraversarono il mare e con un cavallo distrussero Troia per riprenderne un’altra.(140)