The Shins - Chutes too narrow

Chi mi conosce sa bene - e forse anche si rompe - che questo è sicuramente tra "gli-album-che-ti-porteresti-su-un-isola-deserta". Li ascolto quando sono triste, quando sono felice, quando sono medio... Ogni giorno, almeno una volta, una loro canzone la DEVO ascoltare. E se è Kissing the lipless, è meglio. Perché se quest'album dovesse essere composto di una sola canzone, sarebbe questa, che peraltro me li fece scoprire, ed è - a mio modesto avviso - tra le migliori intro di album, di pleilista, di una qualsiasi compila. Sarà perché ha, su di me, un incredibile potere terapeutico. Ma l'opera tutta è, indistintamente, grandiosa: dai brani più posati - come la title track Chutes too narrow o la chiusa di Those to come; dal coretto angelico di Saint Simon ai ritmi country di Mine's not high horse e A call to apathy. Passando per So say I, durante la quale non posso evitare di far ondeggiare a tempo la testolina. Insomma se ancora non l'aveste capito, gli Shins entrano di prepotenza nell'Empireo dei miei gruppi preferiti: se mai poi dovessi attraversare il Texas, su un auto d'epoca, con i miei amici, li vorrei con me. Da tatuarsi nel cervello e pirillare.
(DJ Enzio, 01/08)

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