Paolo Fresu & Uri Caine - Things

Difficile da classificare, perchè quando sento Uri Caine trovo che momenti di odio e di amore di pace e di violenza si alternino a pochi secondi uno dall'altro. Su tutto questo ci metti la magia di Fresu, che è quanto di più magico e sovrumano possa essersi fatto uomo e contemporaneamente erede-scia-riepilogo di Miles Davis sulla terra del 2007.
Canzoni, brani, tutti scelti per amore. Andiamo dagli standard ("I loves You Porgy") a nuove icone ("e se domani") a nuove invenzioni ("Frammento di Re Fosco") a reperti archeologici ("Si dolce è il tormento" Puccini?), tutto riletto da questi due matti, maestri geniacci perfetti.
Caine generalmente suona molto simile a certe cose romantiche di Jarrett, poi schizza via e diventa ingestibile e indigeribile, poi ritorna, poi va, schizoidemente, ma in questo disco è come se diventasse il materasso su cui riposa il genio di Fresu-solista, e contemporaneamente inventa e ridisegna lui stesso, definisce i confini dei temi e la cornice in cui tutto si muove.
Fresu è la tromba che non ho mai imparato a suonare, è quello che vorrei essere se non riuscissi ad essere Stefano Bollani. Fresu è uno dei cinque migliori prodotti italiani esportati all'estero. E vigliacca se sbaglia un disco! QUesto non fa eccezione, direi CAPOLAVORO (se piace il genere).
(Gnappolo, 05/07)

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