Another sunny day - London Weekend

Rifare gli Smiths cinque anni dopo, chitarra, batteria anni Ottanta con ritmica elettronica, cori in falsetto nella migliore tradizione brit-pop inglese del tempo, gli arrangiamenti paiono presi pari pari dal "Manuale del bravo rocker romantico che però-vive-le-tensioni-della-metropoli", la voce impietosamente debole. Tutto insieme, troppo poco. Probabilmente era gente che diceva, sentendo Morrissey e Marr, "ecco, io un giorno sarò come loro, farò anche io lo Smiths dal cuore tenero". Missione non riuscita, il cantante non è all'altezza, niente a che vedere, il paragone è impietoso. Di certo, gli ASD hanno sentito parecchio anche Housemartins e Cure, hanno vestito giubbotti di pelle in piccoli villaggi della campagna inglese, tipo Wraxton-on-Rye, piacevano tanto alle mamme e alle zie, non rovesciavano mai il the sul centrotavola di fiandra e mangiavano il rognone zitti e buoni. Insomma, la classica via di mezzo, il classico vorrei-ma-non-posso che flagella la maggior parte dell'umanità che prova comunque a fare le cose, tanta buona volontà. Peccato che manchi il lato oscuro che rendeva gli Smiths o i Cure un ascolto pieno di senso. Qualche esempio? L'ovvia ballata "Things will be nice", piuttosto che la melensa "I'm in love with a girl who doesn't know I exist", piagnucolio melodrammatico che riporta alla mente pomeriggi in cameretta a sentire Morrissey sotto il poster di Morrissey, con la maglietta di Morrissey. Bisogna averne davvero voglia.
(Trivigante, 07/07)

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