Benjy Ferree - Leaving The Nest

Un disadattato musicale, è evidente, dato che NON ha un account su MySpace.
Pubblica per un'etichetta che fa tutt'altra musica, probabilmente quando va dalla segretaria a portare le cassettine, lo guardano come si guarda il tipo che fa la musica strana. Ha la barba bella lunga e folta, il che implica necessariamente che faccia una specie di musica folk, perché non puoi fare hard rock o pop con la barba lunga. E, infatti, fa il folkster e lo fa svagatamente bene.
Piazza alcune canzoni in perfetto stile Banhart o, oso, Dylan e Buckley (Tim).
E poi, quando uno è lì beato in riproduzione casuale, ti mette nelle orecchie cose alla Kinks, alla John Lennon (di quello buono), alla T. Rex. Orpo, dico io, sembra pure cambi voce. E, disadattato anche nella vita, deve pur aver letto dei libri. Ma come, libri? Non si fa, cacchio, non si fa. In Private honeymoon, sotto la maschera di una ballad, prende per il culo Thomas Jefferson che ha una relazione con la serva ed è un gran parruccone viziato. E fa pure la voce impostata da-gran-parruccone. Inusuale, inusuale, dicono al club del sigaro.
Spiritoso, ironico, è un po' come se scrivesse ogni volta una I'm the walrus diversa, un po' in chiave folk e un po' in chiave folk-rock, con arrangiamenti e strumentazione classica del genere. E, pazzo disadattato, dice che sì, prima o poi farà anche un video di una canzone, non c'è mica fretta, tanto sarà orrendo.
Finalmente uno che non si prende sul serio e che non rompe le palle. Bravo.
Mi mette allegria.
(Trivigante, 06/07)

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