il potere, averlo o meno

Comunque «Il potere logora chi non ce l’ha» non l’ha detto Andreotti, l’ha detto Talleyrand. Eddai.
Andreotti pare abbia detto: “Un mio amico siciliano mi diceva che «il potere logora chi non ce l’ha»”, ed escludendo che Talleyrand fosse e amico di Andreotti e siciliano, ancora una volta è riuscito ad apparire più colto e brillante di quel poco che, in realtà, fosse.

il mio falegname con trentamila lire lo faceva meglio (o dell’inflazione spiegata non tanto bene)

Diciamo che per un qualche motivo qualcuno voglia comprare un tavolo, impiallacciatura di rovere mordente marrone, diciamo un MÖRBYLÅNGA. Tre immagini esemplificative. Un anno e mezzo fa era così:

Un anno fa, stesso tavolo medesimo medesimo (le due foto sono di shotsandvideos):

Ora, con la dicitura IKEA sul sito “Nuovo prezzo più basso”, falsoni (immagino bisognerebbe verificare le dimensioni):

Ora, detta strappata l’inflazione è che la stessa cosa costa di più. Qui ovviamente l’inflazione non basterebbe a spiegare un aumento così poderoso, il caso rientra nell’aumento dei prezzi generalizzato, dovuto senz’altro anche alle spese di reperimento e trasporto del legname nell’ultimo anno ma non solo. Il governo Meloni di questo dovrebbe rispondere, in qualche maniera, per questo aumento. O, perlomeno, dire qualcosa su come intenda affrontare la cosa, visto che non corrisponde un aumento delle retribuzioni, nemmeno paragonabile. Ma tant’è, però nel frattempo in Sardegna perde, così van le cose.
Quindi: lo stesso tavolo costa il cinquanta per cento in più di un anno e mezzo fa – e francamente quasi settecento euro per un MÖRBYLÅNGA appaiono davvero esagerati -, non aumentando le entrate di solito i consumi si contraggono e quel che il produttore immaginava di guadagnare all’inizio poi ci perde più largamente. A quel punto, sono necessarie misure di governo che invitino ai consumi, bonus e sovvenzioni come questi anni ci hanno abituato, brutto costume, perché è chiaro da parecchio che il sistema è poco sostenibile. Se poi si pretende di sostenersi a un MÖRBYLÅNGA o a un Giorgetti, allora stamo messi proprio bbene.

sono confuso

Al culmine della prima guerra mondiale, due giovani soldati britannici, Schofield e Blake ricevono una missione apparentemente impossibile.

In una trincea un gruppo di soldati inglesi, guidati dal mentalmente provato Stanhope, attende il proprio destino.

Uhm.
Entrambi inglesi, il primo Sam Mendes nel 2019, il secondo Saul Dibb nel 2017, impossibile che uno non conoscesse l’altro anche se quello che ha avuto più successo è il primo. Cioè il secondo. Cioè prima 1917 ma dopo 2019, uff. Che le locandine dei film si ripetano per genere non è mica una scoperta, devo averne scritto da qualche parte: queste due confermano in pieno, a meno che il grafico non sia lo stesso. Lazzarone.

Uh oh, ma ne ha fatta un’altra, allora.

Beh, certo, è seconda guerra questa, tutta un’altra cosa. Sciocco io.

palo, palo, frasca

Ascolto Night Passage dei Weather Report, poi arriva la cinque, Rockin’ in Rhythm, ed oltre a essere un ottimo pezzo mi ricorda qualcosa. Fischietto per farmi venire in mente il prima e il dopo, riascolto, nel frattempo cerco qualcosa in più e scopro che è di Duke Ellington con Harry Carney e Irving Mills del 1931. In particolare, c’è un passaggio che mi rimanda ad altro, qui a 1:53. Fischietto fischietto canticchio e poi mi viene in mente, finalmente: Grande figlio di puttana degli Stadio (e Dalla). Alla fine, da 4:25 con lo stesso tipo di suono, direi praticamente citazione. Ci sono riuscito senza gugol e lavorando allo stesso tempo, bravo me, ammesso che qualcuno abbia mai notato questa cosa. Penso francamente di essere il primo, inutile cercare in rete.