il più figo?

La scrittura di frasi sulle pareti dei cessi è, da sempre, un’arte estrema: o squallida e tremendamente volgare, o sopraffina. Questo seconda eventualità si manifesta spesso là dove la cultura è di casa, dove si legge e dove si ha abitudine di parlare delle cose e dei pensieri.
Per fare un esempio? Recanati, nella quale Giacomino aleggia ancora in ogni recesso, e non solo lui. Mr. C., sfidando l’irresistibile attrazione del water per il telefono, è riuscito a documentare una tipica, colta, sublime frase giovanile da cesso, come di certo non negli autogrill.

Grazie, mr. C., non avrei osato neppure negli angoli più spinti della mia immaginazione.

4 commenti su “il più figo?

  1. Probabilmente scrito da qualcuno che ha dovuto: leggere l’Intero Zibaldone, o quasi; tutte le Operette Morali; imparare a memoria l’ordine dei Canti.

  2. E va bene, sono un po’ sordo e lo so.
    E comincio ad allontanare fogli e libri per leggere.
    Ma qui, anche se non è piccola, io proprio la scritta non la leggo.
    Si vede che sto diventando anche grullo…

  3. Bravo, meglio così, perché c’è scritto: “che da tanta parte / dell’ultimo orizzonte / scemo chi legge”. Ah, i recanatesi…

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