tre gioie in lagurna

Il cimitero di San Michele a Venezia non ha una grande storia, è ottocentesco e nasce, come tanti cimiteri, a seguito dell’editto napoleonico sulle sepolture che tanto Foscolo ci ha dato. Una volta, in laguna, si usava spostare ciclicamente i cadaveri dai camposanti all’isola di Sant’Ariano, che diventò in breve tempo l’ossario di Venezia, ancora visibile in tempi recenti: un bello strato alto tre metri di ossa accatastate. Il grado successivo al tombarolismo.
Il cimitero di San Michele è diviso in tre aree, cattolica, ortodossa e evangelica, ed è (anche) per questo che accoglie le spoglie di tre grandissime eminenze russe, di cui vado a cadaunare i sepolcri.
Senza bisogno di presentazioni, prima il compositore e poi l’impresario dei Balletti russi, oltre a essere tante altre cose.

Morto prestissimo, Djagilev morì a Venezia; Stravinskij, invece, morto a New York quasi cinquant’anni dopo (non troppi anni fa, e io avrei detto secoli), chiese espressamente di essere sepolto vicino al suo amico e collaboratore. E così fu.
A Brodskij, morto in esilio anch’egli a New York, fu offerta sepoltura in Russia ma la moglie, giustamente, rifiutò, trovando alla fine in Venezia un luogo adatto.

La tomba di Brodskij, nel reparto evangelico, ha, curiosamente, una specie di cassettina postale davanti che escludo serva per la corrispondenza. Penso.
(Grazie a mr. C.).

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