woo-hoo

Quanto sono bellissimi i documentari in generale e in particolare quelli musicali? Lo sono, sono bellissimi. Parlerò più avanti di Soundbreaking, di Sonic Higways, di Supersonic, di Soul of America, di Miss Sharon Jones, o magari no, comunque qualche sera fa ho finalmente visto questo.

Che è del 2010 ed era, quindi, ora. Che dire? Che per me tutto quello che vien fuori dai Blur va sostanzialmente bene e questo documentario non fa eccezione. Certo, è molto molto centrato sulle ragioni dell’uscita di Coxon dalla band e sui motivi di risentimento tra lui e Albarn, sulle riflessioni di James, il bassista che ha scritto anche un libro sul suo periodo nei Blur, e molto poco sulla parte per me più interessante, ovvero la scrittura dei pezzi e degli album, la vita in una band catapultata nel bel mezzo di una guerra commerciale e il successo spropositato. Pochino, da quel punto di vista, pazienza.
Al documentario si accompagna il videone del concerto della reunion a Hyde Park nel luglio 2009 e quello sì che è trascinante da guardare, come lo sono da ascoltare i dischi dal vivo usciti allora. Perché i concerti dei Blur sono strepitosi, divertenti ed esagitati, io ne ho visto uno in Belgio in una notte d’estate del 2013 e ancora me lo ricordo come bellissimo, sicuro nella top faiv delle cosone dal vivo. Ecco qua un pezzo che rende l’idea di quella notte.
Un’idea abbastanza precisa di come sia un concerto dei Blur si può avere qui, dal concerto di Hyde Park del 2012, eccezionale. Ma bisogna guardare il pubblico saltare tutto insieme ed essere lì in mezzo per saperlo davvero.

Il documentario è integralmente visibile qui.

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