laccanzone del giorno: Foo Fighters, ‘Something from nothing’

Non sono un fan dei Foo Fighters, come non mi piacevano i Nirvana. Ma: Dave Grohl è una delle grandi teste della musica contemporanea, qualcuno vuole discutere? Occhei, ci vedremo fuori. Nel frattempo, un pezzo dei FF che ho scoperto di recente, guardando la prima puntata di Sonic Highways – una serie di documentari dei FF, appunto, usciti insieme al disco omonimo del 2014 – è Something from nothing, che ha tutte le carte in regola per stare qui.
La cosa interessante è che la canzone è sulla scena blues di Chicago, ovvero Muddy Waters e Buddy Guy in particolare, insospettabile, e ha un andamento del tutto rock: attacca alla maniera di Don’t speak dei No Doubt, si accresce con il riff di 1:29 (Holy diver? vogliamo parlarne?), per poi prendere una piega notevole a 2:05 quando entra una tastiera che rimanda dritta a Superstition di Stevie Wonder. Vualà:

A una delle chitarre c’è Rick Nielsen, mente dei Cheap Trick, e quindi le chitarre diventano quattro e il suono ne guadagna in grande compattezza ed è davvero solido: ben fatto. Il difficile, per me, è smettere di ascoltarla, ora.
[Da disco, se possibile, che ‘sto streaming a 96 kbit di youtube si perde via parecchio…]

3 commenti su “laccanzone del giorno: Foo Fighters, ‘Something from nothing’

  1. Io neppure sarei un accanito dei FF. Ma lu apprezzo. E soprattutto apprezzo lui. Perché ha cuore e – scopro anche grazie a te – testa in quello che fa. Che è poi del sano e genuino rocche a tutto tondo.
    Vado a schitarrare la giornata. Grazie.

  2. Visto quanti riferimenti musicali ho colto nella sofisticata recensione?
    A parte tutto, la serie degli otto documentari ‘Sonic Highways’ (otto città per otto canzoni) è notevole, con Dave Grohl – anche regista – che indaga la scena musicale della città scelta e compone una canzone in tema, più o meno, che poi andrà nell’album. Io consiglio.
    Contento che la canzone abbia toccato le tue corde.

  3. Dave Grohl è senza dubbio uno che la sa, in grado di mettere insieme un disco usando malizia e di consapevolezza.
    Ciò che ne viene fuori, come FF, non mi trascina (per quanto abbia ai tempi ascoltato abbastanza The Colour and the Shape).
    A volte, però, un ascolto a un disco porta a scovare un pezzo come questo, che in effetti merita di stare dove lo hai messo e di ricevere ripetuti ascolti.
    Merita anche, se uno accettasse la piega che stanno prendendo certe cose, di stare in una pleilista dove contano i singoli pezzi e non gli album (sì, intendo le cose come spotifai).

Rispondi a Trostfar Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *