porello, il presidente

Non male il racconto di Claudio Magris, datato 19 luglio 1999, che narra lo scatto d’orgoglio di Hilmar Kopper, presidente del consiglio di sorveglianza della Deutsche Bank: un esempio per tutti coloro che si sentono prigionieri e hanno la testa della sostanza di una banana molla.

Il banchiere tedesco Hilmar Kopper lascia la moglie Irene, dopo trentotto anni di matrimonio, per mettersi con Brigitte Seebacher, vedova di Willy Brandt. Non ci sarebbe nulla da dire, se il banchiere, presidente del consiglio di sorveglianza della Deutsche Bank, non fornisse una giustificazione involontariamente esilarante del proprio abbandono del tetto coniugale: anziché stare zitto – giacché sono affari suoi e di sua moglie – o, tutt’al più, dire che la sua storia con la signora Irene è finita, così come possono finire e talora finiscono le storie anche intense e durature e occorre tirarne le conseguenze, proclama: “Voglio fare quello che voglio ed essere finalmente libero. E se la sera non ho voglia di mangiare, voglio anche non mangiare.”
Povero presidente, che vita miseranda deve avere condotto fino adesso, se ha aspettato trentott’anni per alzare la testa, se per 13.879 sere ha accettato di mandar giù bocconi che gli restavano sul gozzo. C’è d’augurarsi che nella sua attività bancaria, di alta responsabilità, sia più deciso. Se la signora Irene è stata una tale piaga d’Egitto, il presidente non deve avere una grande esperienza delle donne e dell’amore se non se n’è accorto in tempo. E deve averne ancor meno se lei invece non lo è stata ed egli non sa capire l’avventura, la libertà, il gioco, il rischio, l’intensità dell’esistenza condivisa, la confidenza amorosa che si accresce ogni volta di più, l’odissea del vivere, dormire, invecchiare e soprattutto scoprire e amare il mondo insieme. L’inesperto presidente evidentemente non sa condividere l’esistenza senza obbedire e, ritenendosi improvvisamente libero, pesta i piedi come un bambino e ripete: voglio, voglio, voglio! Ma chi gli assicura che la signora Brigitte Seebacher non lo ingozzerà anche lei, visto che lui è così arrendevole?
Le dichiarazioni da fotoromanzo di quest’ultima, sull’amore a prima vista e la vita che naturalmente è bella, non promettono granché. Eppure Brigitte Seebacher è stata moglie di Brandt, l’uomo che ha combattuto il nazismo e si è inginocchiato nel ghetto di Varsavia… Come scrive Baudelaire nei Fiori del male, parlando di Andromaca, la vedova di Ettore, l’eroe troiano, della sua vita di prigioniera ed esule dopo la caduta di Troia e del suo nuovo legame col modesto Eleno? “Ahimè, or donna d’Eleno e già d’Ettore sposa!”

Da Istantanee, 2016, Milano.

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