caffè nero bollente

Sir Winston Churchill non capì mai bene come mai il Parlamento inglese dovesse essere aperto alle donne. E perché fosse stato dato loro il diritto al voto. Infatti, nel 1918 l’Inghilterra accolse, seppur con alcune limitazioni, sia il suffragio alle donne, sia la loro eleggibilità al Parlamento, e la prima donna a entrare alla Camera dei Comuni fu Nancy Astor (1879-1964), nonché unica presenza femminile fino al 1921.
Nata Nancy Whitcher Langhorne, era originaria della Virginia ed aveva acquisito la cittadinanza inglese sposando nel 1906, in seconde nozze, il secondo visconte di Astor. Sebbene la sua carriera politica abbia avuto alti e bassi e, in sintesi, spesso non sia stata in grado di incidere considerevolmente, viene ricordata per le sue mozioni per equiparare i salari femminili a quelli degli uomini (ancora oggi…) e le sue lotte in favore dell’emancipazione femminile e dei diritti dei bambini.

Ovvio che con Churchill non potesse esservi simpatia, troppo diversi. Tra gli innumerevoli scontri e screzi tra i due uno è diventato proverbiale e viene spesso ricordato per la prontezza della risposta di Churchill. All’osservazione della Astor (normale ci si desse del tu tra colleghi):

«Winston, se tu fossi mio marito, ti metterei il veleno nel caffè».

Churchill rispose:

«Nancy, se tu fossi mia moglie, lo berrei».

Va detto, per essere precisi, che Churchill riteneva che le donne non dovessero essere ammesse al Parlamento non tanto perché pensasse che fossero inferiori quanto perché diverse. Vabbè, altri tempi.
Viene tramandato anche un altro scambio di battute (ehm…) tra i due: «Quante dita ha un piede di porco?» chiese Churchill ai presenti durante un party e Astor, pronta, rispose: «Si tolga una scarpa e conti». Se anche sia stato, è decisamente meno riuscito.

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