in un’altra città a sentire buona musica

Un fine settimana finalmente a un festival musicale.
Il venerdì I hate my village, magnifici dal vivo ogni volta, il sabato The comet is coming, un’ora e mezza di solidissimo concerto senza pause, eccellente. Entrambi da sentire dal vivo più che su disco, sono due esperienze parecchio diverse. Il clima interno non male, visti i green pass dentro si sta abbastanza a cuor leggero, si beve la birretta e si fanno due chiacchiere, certo ci sono i posti a sedere ma si sta fitti, fittini diciamo. Almeno da questo punto di vista un compromesso che segna un po’ di ripresa.

E ho anche scoperto perché non ho mai ascoltato Iosonouncane e perché continuerò a non farlo.

Un commento su “in un’altra città a sentire buona musica

  1. Anche a me è capitato, quest’estate, di tornare davanti a un palco. L’occasione?
    Un De Gregori (prima volta!) in località marina. Mille e non più (di) mille, gli astanti previsti. Molti meno, forse anche per i prezzi tutt’altro che abbordabili.
    Tutti rigorosamente seduti. La qual cosa, vista la natura del concerto non ha influito più di tanto. Unico appunto, a Vivaticket: segnalare, al momento della scelta del posto, eventuali distanziamenti. Che tra un posto e l’altro ce n’è uno necessariamente vuoto. Convinto di aver preso dei posti in medio-centro, mi sono ritrovato, come altri, all’estrema periferia. Con conseguente migrazione ad occupare i posti più centrali (che risultavano esauriti senza essere occupati), facendo così saltare qualsiasi protocollo previsto.

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