le mie cinque canzoni di Battiato

Scalo a Grado. Hofàaaaatto scaloagGràdo, laddomeeeenica dipPàsqua, geeeente perlestràde, correva andandoammèssa. Da ‘L’arca di Noè’ (1982), solo Battiato poteva scrivere versi come “Il mio stile è vecchio / come la casa di Tiziano / a Pieve di Cadore”, con quelle sue vocaaaali trascinaaaaate prima di parole pronunciate veloci tutte insieme. Vado a memoria, credo l’abbia usata Moretti, ancora, in Bianca. Che poi io a Pieve di Cadore ci sono andato per questa canzone, non per la Pro Loco.

I treni di Tozeur. Meravigliosa, ancor più nella versione con Alice che porta la voce giù giù giù, il ritornello che accelera sul Epperunistanteritorna lavogliadivivéreaun’altravelocità per poi rallentare poeticamente sul Paaaaassano ancoralenti itreeeniperTozéeeur. L’album è ‘Mondi lontanissimi’ del 1985 ma quasi tutte le canzoni erano già circolate prima, spesso interpretate da voci femminili. Tozeur è in Tunisia, per chi se lo fosse chiesto ma non ha mai cercato.

E ti vengo a cercare. Un crescendo, che esplode già alla seconda strofa, in cui si canta tutti insieme Questossentimentopopolare nasceddammeccanicheddivine unrapimento misticoessensuale mimprigionatté per andar ancora più su nei versi successivi e arrivare, finalmente, alla dichiarazione d’intenti ‘Questo secolo oramai alla fine / saturo di parassiti senza dignità / mi spinge solo ad essere migliore / con più volontà’ e poi calare verso la fine, risolvendosi in un fatto semplice ma non banale: ‘Perché sto bene con te’. Ovviamente, il ricordo tra quelli non personali è Moretti in Palombella rossa. Da ‘Fisiognomica’ (1988), l’album della svolta verso una produzione diversa.

Segnali di vita. Canzone eccezionale, comincia come un racconto, da leggere, “Il tempo cambia molte cose nella vita, il senso, le amicizie, le opinioni, che voglia di cambiare che c’è in me. Si sente il bisogno di una propria evoluzione, sganciata dalle regole comuni, da questa falsa personalità”, per poi a uno dei versi più belli di Battiato, quel “Segnali di vita nei cortili e nelle case all’imbrunire”. Anche in questo caso, la versione di Alice ha qualcosa da dire, forse perdendo un pochino con l’arrangiamento, un po’ ridondante. Da ‘La voce del padrone’, 1981, il suo album più noto. E a casa di Alice ci siamo andati per davvero, io e il mio amico E., un giorno di trent’anni fa.

No Time No Space. Da ‘Mondi lontanissimi’ (1985), che annuncia fin dal primo verso, quante gite in macchina con l’autoradio che sparava il ‘No time, no space / another race of vibrations’ facendo vibrare la panda lanciata a centotrenta e i nostri cuori, e urlavamo poi ‘Keep your feelings in memory / I love you, especially tonight’, sentendoci particolarmente contenti di essere vivi.

Avevo detto cinque, sappiamo tutti che potrebbero essere molte molte di più, nellebbalerestive, appetriotstuarms engagez-vous, esunsentimientonuevo, unventoatrentagradisottozzèeero, piacere di stare insieme solo per criticare, l’ècodiuncinemall’aperto, non servono tranquillanti o terapie, le barricate in piazza le fai per conto della borghesia che crea falsi miti di progresso, decine e decine. È il bello di Battiato, l’unico nella storia della musica italiana a poter mettere l’aggettivo ‘ortopediche’ in una canzone senza far fallire tutto, e la nostra fortuna.

Un commento su “le mie cinque canzoni di Battiato

  1. Haaaag… colpito al cuore.. quel viaggio a tricesimo udine è una tappa miliare della nostra adolelescengiovinezza… con un finale mica male… del tipo.. a meta del viaggio è gia nel tuo viaggiare.. ma quanti pomeriggi con la voce di alice a pettinarci i pensieri e gli ormoni magnificando le parole del maestro..

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