minidiario scritto un po’ così dei giorni di reclusione causa cojonivirus: giorno 56

I dati del contagio sono in discesa. Non crollano ma seguono una curva discendente che induce a un minimo ottimismo. Oddio, oggi no: alla voce «deceduti» Regione Lombardia scrive: 48+282. Perché 282 morti, duecentottantadue persone tipo io, la Regione se li è persi nei meandri della contabilità spicciola, dando poi ovviamente la colpa ai Comuni, tardi nella comunicazione dei dati di aprile. Un’altra bella manifestazione della gestione congiunta Fontana-Lega della Lombardia, disastrosa. A proposito di Lega, Salvini come già detto si trova alle prese con una, pare, portentosa discesa del consenso elettorale e, al contempo, con la propria incapacità di trovare un bandolo plausibile per tornare al centro dell’attenzione e del dibattito. Centro che è stato rubato in settimana da Renzi con una frase davvero incredibile per opportunismo, scemenza e volgarità e che nemmeno riporto e, comunque, dai fatti, dai quali il segretario della Lega resta sempre escluso. Paradossale e ridicola l’iniziativa di occupare il parlamento da parte dei leghisti, cosa che si è esaurita in poche ore, non appena le telecamere si sono spente ed è venuta sera, a fronte di un piano che prevedeva l’oltranza. Non resta che farfugliare qualche concetto oscillante tra il delirio del MES e la vita familiare fatta di pasti italiani e anche questa cosa non pare avere grande presa in rete. Sarebbe il momento di Zaia, tutto sommato sopravvissuto bene a una potenziale ecatombe in stile lombardo nella sua regione e, direi, l’unico in grado di scalzare Salvini dalla guida del partito. Se non fosse pavido e fosse in grado di cogliere lo spunto, forse l’occasione potrebbe essere questa.

Anche stasera, sebbene con un giorno di ritardo, abbiamo organizzato un aperitivo/brindisi tutti insieme in cortile per festeggiare il primo maggio. Se la prima volta, settimane fa, eravamo tutti timorosi di toccare cose altrui, di avvicinarci troppo, di fare qualche cosa di inappropriato o di fastidioso per gli altri, adesso è tutto più disinvolto e facile, spesso ci accorgiamo di essere troppo vicini, ci versiamo il vino senza lanciarlo da un angolo all’altro, magari usiamo anche qualche cortesia anche nel tempo del distanziamento sociale. È una consuetudine, intendo il frequentarsi e vedersi, che ci serve per mantenere vive alcune modalità della convivenza. Quando consegno le spese, sono a conoscenza di molte persone che si sono letteralmente rinchiuse in casa, nel senso che non sono mai uscite nemmeno per buttare lo sporco o fare un bancomat in ore sicure. Questa stesse persone, ora, per loro ammissione, manifestano un certo timore all’avvicinarsi del 4 maggio, lunedì, ossia di quella che considerano la riapertura. Hanno un po’ paura, temono la vicinanza di altre persone, si sentono meno sicure. Per analogia, penso sia un sentimento simile a quello che si prova dopo lunghi ricoveri in ospedale, quando si ha timore delle dimissioni e di non essere seguiti a sufficienza a casa. Tutto si sgonfia immediatamente, chiaro, ma i momenti prima sono caratterizzati da una certa preoccupazione. Qui lo stesso, immagino che anche un sequestrato dopo mesi e mesi abbia qualche apprensione a tornare alla vita consueta. Uscite, non abbiate paura, uscite con buon senso, distanza e precauzione, ma uscite: vi farà bene. Magari gradatamente nelle prossime settimane, con calma, così da vedere come andrà la curva dei contagi, ma pianificate una passeggiata fuori. Anche le facoltà della convivenza sociale vanno allenate.

Nell’immagine, un avvocato di Miami, Daniel Uhlfelder, che per tenere lontane le persone dalla spiaggia si è travestito da tristo mietitore.

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Un commento su “minidiario scritto un po’ così dei giorni di reclusione causa cojonivirus: giorno 56

  1. Chiarimenti a lungo attesi

    Dopo giorni passati a sentire la solita pletora di soggetti più o meno vicini all’esecutivo dediti a farfugliare le più varie amenità al riguardo e a chiedermi come mai il Governo non avesse ancora offerto in via ufficiale dei chiarimenti per i non pochi punti oscuri del DPCM dello scorso 26 aprile, ecco che infine, a 36 ore dall’entrata in vigore delle nuove regole, ecco che finalmente arriva… ecco, cosa arriva? Perché da persona che ha qualche conoscenza legale ho difficoltà a definirlo: si tratta di un documento, titolato “secondfinalFAQ02052020”, che è la evidentemente l’ultima versione della bozza delle risposte alle domande più frequenti al decreto non ancora entrato in vigore. Sì, avete capito bene: non un documento ufficiale, ma una semplice bozza di un qualcosa che comunque non avrebbe efficacia normativa ma solo, al più, di interpretazione autentica di un precedente atto del Governo. Il “secondfinal” del titolo lascia peraltro la porta aperta a ulteriori modifiche dell’ultimo minuto…
    La definizione di “congiunto” riporta sulla scena antichi fantasmi: i gradi di parentela e di affinità (ma davvero la gente ha idea di come si calcolino secondo la definizione giuridica? Ne dubito fortemente), nonché “le persone che sono legate da uno stabile legame affettivo”. I giornali a questo punto sembrerebbero riprendere l’affermazione di Conte secondo cui gli amici sarebbero esclusi, ma la faccenda mi sembra ampiamente opinabile dal punto di vista giuridico. Il fatto che la giurisprudenza si sia espressa in passato in modo da ricomprendere in tale nozione i “partner di fatto non conviventi” non esclude affatto che solo a questi ultimi si debba limitare il riferimento. E peraltro, se così voleva il Governo, perché non scriverlo chiaramente?
    Resta possibile per le regioni adottare misure più restrittive, ma attualmente la Lombardia non sembra gran ché intenzionata a percorrere tale via. Il messaggio che Fontana sembrerebbe voler trasmettere (dico “sembrerebbe” perché, dopo un mese e passa di quotidiano, adesso il governatore lombardo parrebbe essersi completamente eclissato) è un “avanti tutta” con la riapertura, quindi nella recente ordinanza regionale 537 del 30 aprile ci si limita in buona sostanza a ribadire (art. 1, comma 1) l’obbligo di usare le mascherine “ogniqualvolta ci si rechi fuori dall’abitazione”, direi quindi anche laddove si pratichi attività motoria o sportiva.
    Ancora un giorno, l’ultima domenica del “vecchio regime” e poi via. Si parte. Sono proprio curioso di vedere cosa succederà lunedì: ci sarà più traffico? E quanto di più? Le persone si riverseranno in strada in maglietta a correre o prevarranno cautela e magari anche un po’ di iniziale timore? Quali saranno gli effetti psicologici di breve e di medio termine? Sono incognite reali, non riesco a immaginare sviluppi scontati. Così come non riesco davvero a prevedere come reagirà la curva dei contagi a questi nuovi comportamenti, tanto più che questo lo scopriremo tra una decina di giorni. C’è davvero da sperare che il buon senso prevalga da qui ad allora, consentendo di ragionare su uno scenario ancora gestibile; non voglio nemmeno pensare a cosa potrebbe portare un andamento “a passo di gambero” in questo momento.

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