mettiamo qualche punto fermo sulla questione ‘parità di genere’

Questo non è un paese per vecchi o, almeno, non solo: questo è un paese di vecchi. E non è una questione anagrafica: uno dei più vecchi di tutti è Salvini, che chiama le donne mamme, ha paura delle novità e ripete le stesse due cose fino allo sfinimento; ci sono in giro, invece, ottantenni davvero giovani e soprendenti.
Perché è una questione di testa.

Ieri tre scienziate – oh: scienziate – ricercatrici allo Spallanzani di Roma isolano il Coronavirus. Intendiamoci, è una pratica già effettuata in Cina e in altri paesi europei ma ciò non toglie assolutamente nulla al successo, è un passo fondamentale nel debellamento del contagio. Chapeau e grazie, dico sul serio.
Bene: il titolo di Repubblica di oggi? Eccolo:

Angeli? Sul serio? Mavaffanculo. Ancora a questo stiamo: uno scienziato maschio sarebbe stato un magnifico professionista abile e preparato, tre donne che fanno la stessa cosa sono angeli. Angeli premurosi che poi ci preparano anche la cena, una volta a casa. Angeli del focolare, paternalisti.

Per restare in tema, giovedì si è votata al Parlamento europeo una risoluzione per assicurare parità di salario per uomini e donne in Europa entro marzo 2020. Ovvero: subito, da non credere. Bene, la Lega ha votato no alla parte che prevede sanzioni per le aziende che non si adeguano.

Quindi, ne è uscita una risoluzione ampiamente indebolita. Inutile, direi, visto che si avvicina a un caloroso consiglio. Perché, ovvio, il liberismo e la tutela dell’imprenditoria privata supera ogni altra conquista civile e sociale. Dice la parlamentare europea della Lega Elena Lizzi: «L’uguaglianza tra uomini e donne è un valore fondamentale dell’Unione europea, secondo solo ai diritti umani, ma non può essere certo risolto con l’intervento della Commissione europea sui salari».
No, certo che no. Bravi. Ora – vale per tutti – non potete non saperlo in cabina elettorale.

(In fondo in fondo a tutto vorrei ricordare che siamo il paese europeo che destina meno soldi alla ricerca. Inutile, quindi, esultare senza mettere un “nonostante” all’inizio di ogni frase).

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