nemmeno ‘Chinese democracy’ fu così atteso (my horsiest friend)

Ora dirò cose che chi sa, sa, e chi non sa, dovrebbe.
Finalmente Entertainment 7/20 ha prodotto l’album di debutto dei Mouse Rat: The Awesome Album. L’uscita è prevista per il 27 agosto e, ovviamente, il primo singolo sarà ‘5,000 Candles in the Wind’, dedicato all’indimenticato Lil’ Sebastian, sempre nei nostri cuori. Eccolo. Il singolo, intendo.

Non mancherà anche Duke Silver in un altro pezzo, ‘Catch Your Dream’, iddio lo benedica, e il disco sarà disponibile anche in lussuoso vinile, qui. Infine, eheh, i Mouse Rat sembrano aver trovato stabilità dopo qualche cambio di nome: A.D and the D Bags, The Andy Andy Andies, Andy Dwyer Experience, Angelsnack, Crackfinger, Death of a Scam Artist, Department of Homeland Obscurity, Everything Rhymes with Orange, Fiveskin, Flames for Flames, Fleetwood Mac Sexpants, Fourskin, God Hates Figs, Handrail Suicide, Jet Black Pope, Just The Tip, Malice in Chains, Muscle Confusion, Ninjadick, Nothing Rhymes with Blorange, Nothing Rhymes with Orange, Penis Pendulum, Possum Pendulum, Punch Face Champions, Puppy Pendulum, Radwagon, Razordick, Scrotation Marks, Tackleshaft, Teddy Bear Suicide, Threeskin, Two Doors Down and Scarecrow Boat. Andy Dwyer/Chris Pratt alla voce, ovvio. Bye bye, Lil’ Sebastian, purtroppo humans cannot ride a ghost. Purtroppo.

le mie cinque canzoni di Battiato

Scalo a Grado. Hofàaaaatto scaloagGràdo, laddomeeeenica dipPàsqua, geeeente perlestràde, correva andandoammèssa. Da ‘L’arca di Noè’ (1982), solo Battiato poteva scrivere versi come “Il mio stile è vecchio / come la casa di Tiziano / a Pieve di Cadore”, con quelle sue vocaaaali trascinaaaaate prima di parole pronunciate veloci tutte insieme. Vado a memoria, credo l’abbia usata Moretti, ancora, in Bianca. Che poi io a Pieve di Cadore ci sono andato per questa canzone, non per la Pro Loco.

I treni di Tozeur. Meravigliosa, ancor più nella versione con Alice che porta la voce giù giù giù, il ritornello che accelera sul Epperunistanteritorna lavogliadivivéreaun’altravelocità per poi rallentare poeticamente sul Paaaaassano ancoralenti itreeeniperTozéeeur. L’album è ‘Mondi lontanissimi’ del 1985 ma quasi tutte le canzoni erano già circolate prima, spesso interpretate da voci femminili. Tozeur è in Tunisia, per chi se lo fosse chiesto ma non ha mai cercato.

E ti vengo a cercare. Un crescendo, che esplode già alla seconda strofa, in cui si canta tutti insieme Questossentimentopopolare nasceddammeccanicheddivine unrapimento misticoessensuale mimprigionatté per andar ancora più su nei versi successivi e arrivare, finalmente, alla dichiarazione d’intenti ‘Questo secolo oramai alla fine / saturo di parassiti senza dignità / mi spinge solo ad essere migliore / con più volontà’ e poi calare verso la fine, risolvendosi in un fatto semplice ma non banale: ‘Perché sto bene con te’. Ovviamente, il ricordo tra quelli non personali è Moretti in Palombella rossa. Da ‘Fisiognomica’ (1988), l’album della svolta verso una produzione diversa.

Segnali di vita. Canzone eccezionale, comincia come un racconto, da leggere, “Il tempo cambia molte cose nella vita, il senso, le amicizie, le opinioni, che voglia di cambiare che c’è in me. Si sente il bisogno di una propria evoluzione, sganciata dalle regole comuni, da questa falsa personalità”, per poi a uno dei versi più belli di Battiato, quel “Segnali di vita nei cortili e nelle case all’imbrunire”. Anche in questo caso, la versione di Alice ha qualcosa da dire, forse perdendo un pochino con l’arrangiamento, un po’ ridondante. Da ‘La voce del padrone’, 1981, il suo album più noto. E a casa di Alice ci siamo andati per davvero, io e il mio amico E., un giorno di trent’anni fa.

No Time No Space. Da ‘Mondi lontanissimi’ (1985), che annuncia fin dal primo verso, quante gite in macchina con l’autoradio che sparava il ‘No time, no space / another race of vibrations’ facendo vibrare la panda lanciata a centotrenta e i nostri cuori, e urlavamo poi ‘Keep your feelings in memory / I love you, especially tonight’, sentendoci particolarmente contenti di essere vivi.

Avevo detto cinque, sappiamo tutti che potrebbero essere molte molte di più, nellebbalerestive, appetriotstuarms engagez-vous, esunsentimientonuevo, unventoatrentagradisottozzèeero, piacere di stare insieme solo per criticare, l’ècodiuncinemall’aperto, non servono tranquillanti o terapie, le barricate in piazza le fai per conto della borghesia che crea falsi miti di progresso, decine e decine. È il bello di Battiato, l’unico nella storia della musica italiana a poter mettere l’aggettivo ‘ortopediche’ in una canzone senza far fallire tutto, e la nostra fortuna.

c’è molto da guardare

Molto amato, anche attraverso Alice, per cose come “segnali di vita nei cortili e nelle case all’imbrunire”, quando faceva scalo a Grado e per quel magnifico periodo da ultrà del Catania con la cresta. E per quella scrittura automatica dei testi che non eri mai sicuro di aver capito cosa dicesse il testo e scoprivi poi anni dopo di aver sempre cantato “c’è un concentro di gravità permanente”. Ciao, Franco Battiato. E grazie di tutto.

almanacco dei sette giorni, per pfizerizzare (21.19)

✘ Campione del mondo. Andreotti è stato complessivamente al governo per 35 anni e 7 mesi. Ovvero come presidente del consiglio, ministro o sottosegretario. Certo, aver militato in un partito che è stato al governo ininterrottamente quasi cinquant’anni è prerequisito necessario ma ciò non toglie nulla alla performance da record. Per i paesi democratici, s’intende.

☀ Sally Buzbee è la nuova direttrice del Washington Post. Prima, dopo 144 anni di esistenza del giornale. E parliamo di un giornale grosso, non di foglietti locali, mezzo milione di copie al giorno. Bene.

✘ Sempre pessimi. Liberi e Uguali, Partito Democratico, Forza Italia, Movimento 5 Stelle e +Europa hanno presentato a marzo un testo unificato per inserire la tutela dell’ambiente e degli animali nella Costituzione, modificando gli articoli 9, 41 e 117. Facendola molto molto breve e per fare un esempio, all’articolo 9 verrebbe aggiunto il seguente comma: «Tutela l’ambiente e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni; protegge la biodiversità e gli animali». Voglio dire, sensato, no? No. Non per tutti. La Lega ha presentato quasi 250 mila emendamenti – sì, il numero è giusto – e la cosa è ancora arenata. Perché? Per la caccia, quella cosa iperanacronistica per cui degli ottantenni rinciuliti vanno in giro con fucili carichi sparandosi troppo raramente tra di loro. Oltre a tutto, la cosa è ancor più schifosa perché l’artefice del numero insensato di emendamenti è anche stavolta Calderoli, noto per essersi fatto fare un programmino che genera automaticamente emendamenti, «si cambia una parola, un articolo, un numero, e il giochino è fatto». Bravo, molto, lui e i suoi compari. Nessuna compassione per chi li ha votati o li voterà, da parte mia.

☀ Dice Henry David Thoreau in Walden ovvero Vita nei boschi: «Il costo di una cosa è la quantità di quella che io chiamerò vita che, subito o a lungo andare, bisogna dare in cambio per ottenere quella cosa stessa». Per me, un concetto inciso su ogni muro di ogni mia casa. A parte consigliare il libro a chi è sensibile al tema, segnalo un interessante articolo di Arthur C. Brooks tradotto da Internazionale: “I modi migliori per sprecare il tempo“.

✘✘✘ Cose schifose: i giornali che sparano titoli per fare clickbaiting, poi ovviamente niente di che ma intanto la confusione e l’isteria restano sempre a livello di guardia. Poi, furbaccini, modificano i titoli così da non lasciare tracce troppo evidenti e la notizia si dissolve. Uno dovrebbe passare il tempo a fare screenshots. Questa settimana si segnalano: il razzo cinese che cadrà in Italia sulle nostre teste (caduto a un milione di chilometri e si sapeva); il reattore di Chernobyl che si è riacceso (balla, è sempre stato acceso e quasi per sempre lo sarà, sta solo facendo un po’ su e un po’ giù e non c’è da preoccuparsi); solenni cretinate come il “bacio non consensuale di Biancaneve”, che è tutta fuffa e viene da una piccola nota di una tizia negli Stati Uniti. C’è anche il problema del flusso ininterrotto di notizie, mediamente scadenti peraltro, che crea e creerà non pochi problemi. «La maggior parte di noi non capisce ancora che le news stanno alla mente come lo zucchero sta al corpo» scriveva Rolf Dobelli, autore di Smetti di leggere le notizie, Il Saggiatore.

✘ Ecco il nuovo progetto per piazzale Loreto, in vista delle Olimpiadi. Io dico che un rimando allo storico distributore andrebbe messo, ne vorrei avere cara memoria.

◼ Secondo il critico inglese Terry Eagleton, il comico si può riassumere in tre grandi insiemi: ci fa ridere ciò che rovescia le regole che ci diamo; deridiamo ciò che consideriamo inferiore; l’umorismo fondato sulla rivelazione di incongruenze. E lo dice nel suo libro Breve storia della risata, Il Saggiatore. Ora lo leggo per vedere dove sta la buccia di banana che tanto mi fa ridere.

☀ Proposta interessante: la Pinacoteca di Brera ha ricevuto l’autorizzazione del ministero a non emettere più biglietti ma la BreraCARD, una tessera che, allo stesso prezzo, permette ai visitatori di diventare soci e sostenitori del museo. La validità è di tre mesi e permette in questo periodo di entrare tutte le volte che si vuole. Mica male, sotto molti aspetti, ci vedo qualche spiraglio di futuro nel settore.

✘ Aspetto di vedere il primo. Questo è un gadget di grande bellezza e raffinatezza che in America ha ricevuto una certa diffusione tra le donne divorziate, cui è rivolto. Il messaggio dovrebbe essere abbastanza chiaro, direi, e fa riferimento agli ex-mariti. Poi i maschi, come spesso accade, hanno equivocato e ne hanno comprati per diciassette milioni di dollari, attaccandoli alle proprie auto. Ecco, dicevo, aspetto di vedere il primo da noi. Perché arriva.

✘ E anche Clubhouse è andato. Se qualcuno mi telefonasse prima, avrei potuto dirlo facilmente. Quel che non capisco è come si possa vivere esprimendo sproporzionati entusiasmi che durano il volo d’un niente, di una iscrizione di massa e di un’amnesia poi ugualmente diffusa. Mi sfugge proprio ma è una cosa che noto dappertutto.

Settimana piena, come detto, di titoli idioti in attesa del razzo cinese, tutto sommato però non male, la stretta si allenta e i risultati combinati di vaccinazioni e clima più favorevoli si fanno sentire. Possiamo indossare vestiti foderati di cauto ottimismo, direi. In attesa del prossimo carico di minchiatone, perché quando cala la pandemia riemerge Salvini, è un fatto. Purtroppo.


L’indice degli altri almanacchi.

59 secondi di… fustigazione

Il concetto teologico del fine-pena-mai per la nostra salvezza.
Per l’ennesima puntata di “59 secondi di…”, la rubrica più micragnosa del vascello, un altro episodio fatto di soli cinquantanove secondi di qualsiasi cosa venga in mente, che abbia o meno un qualche significato intrinseco e che abbia un qualche tipo di senso immortalare. Preferibilmente con i mezzi più ridotti possibile.

Perché è pur vero che il figliodiddio è condannato alla fustigazione perenne in nome della salvezza di tutti gli uomini (e anche le donne), sciàcc (arrivare almeno al secondo 18), e lì un presupposto di contenuto c’è, ma anche i due poveri romani a sinistra, uno al fuoco per l’eternità – e già non gli è andata male – e l’altro a bere dal calice fino alla fine dei tempi. Senza scopo, se non quello di essere a corredo dell’avvenimento. Che è un po’ la nostra sorte, nessuno escluso.


Tutti i 59 secondi di…
25 aprile | approccio primaverile | banda dei vigili | Bernina express | calma piatta ferrarese | centro ittiologico | dna | festa dentro una panda | fustigazione | la finestra sul cortile | neve marzolina | non aprite quella porta | nuvole vulcaniche | segnaletica stradale e umarèll | signora e neve | stazione di Amburgo | tabellone dresdense | tevere notturno | videocitofono | vista berlinese | vittoria ai referenda |

vittoria o sconfitta? Punti di vista

Ei fu, il cinque maggio, ma non avevo fatto i conti: duecento anni tondi.
La visione storiografica e comune su Napoleone, oggi, non hanno ancora trovato una posizione stabile, mi pare, di sicuro poco si tramanda dell’entusiasmo che quel giovane militare portò in Europa, minacciando regni incartapecoriti che le rivoluzioni ancora non avevano toccato. Piuttosto, uno dei temi prediletti dai responsabili della cultura di certe pagine cartacee e online è se Napoleone avesse un pene molto piccolo oppure no.

Lancia il Fatto, riprende Libero, commenta Historicaleye e così via. È ovvio: che fosse gran condottiero è fuori di dubbio ma se poco dotato, dice il lettore comune rassicurandosi, allora non ne vale la pena, resto Mario Rossi e l’invidia, appunto, svanisce. E ogni anno è così, ogni benedetto anno. E non da oggi, la questione del pene di Napoleone nasce fin da subito, si racconta che il medico incaricato dell’autopsia o il clerico Vignali abbiano provveduto all’asportazione dell’immemore pisellino, variamente vendendolo o tramandandolo ai familiari nei secoli. Ne esistono anche foto varie, in eleganti astucci personalizzati. Il discorso, in Italia, oggi è questo. L’Inghilterra, invece, come ogni anno invia alcune fregate per celebrare la vittoria di Trafalgar in occasione del cinque maggio e la Francia, per non lasciar campo libero, invia qualche barcolina di contrasto. Il clima da Brexit non aiuta, in questo.
Cosa di meglio dunque, ieri sera, che andare per colline ascoltando in cuffia un Barbero militare sulla battaglia di Waterloo? Poco, in effetti, ed è abbastanza appassionante cercare di capire come la cavalleria possa entrare – il termine tecnico è quello – in un quadrato di fanteria armato di baionette. Non può, ci gira attorno senza sparare. E poi la cruda verità, mai abbastanza ricordata: senza l’arrivo dei prussiani – con tempismo perfetto – alle spalle delle guarnigioni napoleoniche col cavolo che il Duca di Wellington sarebbe passato alla storia come vincitore. E qui una cosa interessante, riporto sempre dalle notazioni del saggio professore: se è normale che gli inglesi si riferiscano alla locuzione ‘una Waterloo’ come a una vittoria, perché per noi, non direttamente coinvolti, è invece sinonimo di sconfitta? C’è un’evidente tendenza filonapoleonica nel nostro atteggiamento che, probabilmente, vien fin da allora, per i motivi cui ho accennato sopra. Non diamo il nome di Waterloo alle nostre vie e in effetti è una cosa che va considerata, perlomeno. Punti di vista, appunto. Ricordo la visita al museo di Breslavia dedicato alla battaglia di Raclawice del 1794 (Muzeum Panorama Racławicka), in cui curiosamente non riuscivo a capire perché la battaglia, famoso episodio dell’insurrezione di Kościuszko per difendere l’indipendenza polacca terminato con una tremenda sconfitta, sia ricordata come la più grande vittoria polacca sui russi. Mistero. Ma l’orgoglio, specie se nazionale, va un po’ dove gli pare e preferisce. Punti di vista, appunto, come accade anche nei contrasti quotidiani, familiari o lavorativi, o alle anche elezioni politiche, in cui alla fine tutti hanno vinto.