trova gli errori

Salvini ieri a Caorso in un comizio ha detto letteralmente: «È la fine dell’impero, ce lo insegna la storia: ricordate quando Maria Antonietta al popolo che chiedeva pane regalava brioche, questi invece che brioche regalano poltrone, ma non dura molto più».

Difficile fare meglio. Ci provo: «E’ come quando i nazisti attaccarono a Pearl Harbor nella prima guerra mondiale, ce lo insegna la storia: inutile essere alleati prima se poi ti attaccano con i sottomarini quando meno te l’aspetti».

Non sono sicuro di aver raggiunto il livello. Lui, comunque, di errori ne ha fatti almeno tre. In una sola frase. Imbattibile.
(Sarebbe pure uno che si è iscritto all’università. E attenzione: a Storia, mica balle).

S.P.Q… S.?

Sono Pazzi Questi Senesi? Eh sì, proprio così. Perché dice la leggenda che Senio e Ascanio, figli di Remo (Remolo per alcuni), fuggirono da Roma e fondarono Siena. Tra l’altro, andarono verso nord in Etruria portandosi dietro la lupa in carne e ossa che aveva nutrito il padre e lo zio. Longeva.
Un bel racconto. Che poi S.P.Q.S. sia nello stemma di Siracusa, di Salerno, dei Sabini, di Samarcanda e di Saturno non toglie assolutamente nulla. Anzi.

beh, certo, stanno di là!

Evidentemente, in questi periodi di magra e di pensiero non solo debole ma leghista la brevità è un valore assoluto nel campo dei libri, come testimonia il titolo della mia ultima lettura.

Ancor più stringato in inglese, in cui il superlativo è più assoluto.

Sono centonovanta pagine nel formato elettronico e 249 in quello cartaceo, effettivamente non si può dire che, visto l’ampio argomento, non sia breve. Quella di Comi, del 2017 pubblicata con Il Saggiatore, è di 430 pagine e va solo da Bismarck a oggi. Quella ‘grande’ di Winkler, ripubblicata da Donzelli, che va dall’impero romano alla caduta del muro di Berlino supera le millecinquecento, più di cinque volte.

Tornando a Hawes, la storia è abbastanza ben scritta, documentata, anche appassionante a tratti nonostante l’asciuttezza (ricordo che inizia ben prima di Teutoburgo e finisce con la Merkel), bisogna essere molto bravi a far sintesi, molto più che a sbrodolare.
Prevedo una certa fortuna della formula, perciò attendo storie di altri paesi e, magari, di altri argomenti: la più breve storia dell’Italia, la più breve storia della lettura, la più breve storia della pizza. In tutti i supermercati.

Questa storia mi è piaciuta, dicevo, e mi è servita, perché avevo bisogno di introdurre concetti basilari in un settore in cui non sono (ero?) molto ferrato. E – ora sto banalizzando per cui prestate un orecchio e mezzo, sto bellamente saltando la complessa questione prussiana – ho trovato curioso un concetto che Hawes espone con una certa decisione: confrontando il confine romano, ovvero il Reno e l’Elba a fare da discrimine tra la civiltà e la barbarie, con le zone in cui ha proliferato con decisione la riforma protestante e, più tardi, le zone in cui la popolazione ha votato e sostenuto compatta il nazismo (vedi anche il voto all’AfD di qualche giorno fa, cioè Sassonia e Brandeburgo), Hawes ha constatato che sostanzialmente coincidono. Vualà, serviti. State a ovest del Reno.

il treno è un mezzo impareggiabile

Ecco, vedi a volte: uno prende un regionale di quelli un po’ scassati a scartamento ridotto e, sedendosi a caso, trova questo:

Sperando di non aver incontrato un’altra Sadako, impegnata nelle sue mille orizuru (se non sapete di cosa stia parlando avete fatto le elementari troppo di recente), a me ha fatto l’effetto di un caffè pagato. Cioè mi ha fatto piacere.
Magie che solo il treno rende possibili, pensarci al prossimo viaggio.

manifesti, ancora

Un po’ di manifesti, ancora.
Kurt il Vile prosegue il tùr, facendo come detto alcune date con l’uomo-che-parla-più-lentamente-al-mondo: J Mascis del gruppo-che-ha-il-volume-più-alto-al-mondo. Se ripassa, consiglio.

Qualche manifesto degli Who di un’epoca commovente per semplicità (e nella quale gli Who venivano dopo il wrestling).

I Dream Syndicate propongono il tùr autunnale e, sebbene non passino proprio da qui, consiglio una puntata a chi ne capisce e ha voglia di muoversi.

A casaccio, due Giuda, impegnati in un lunghissimo giro negli Stati Uniti, un festival con gli occhi belli (e Jen Cloher) e, infine, sempre a proposito di occhi il ritorno di Alice.

Australia only.