ladies don’t play guitar / ladies don’t get down to the sound of it

Ecco come accade di solito: esce un disco, io lo ascolto con la sufficienza dei grandi critici seduti alla sedia, poi dopo un po’ lo mollo e me lo dimentico. Bravo.
Poi arriva Sorrentino, piglia lo stesso disco e ne mette un paio di brani in un suo film/serie. Io guardo il film/serie di Sorrentino e dico: è il disco più bello del mondo.
Allora corro per accaparrarmelo e scopro dopo un po’ che ce l’ho già. Da questo punto in poi, lo ascolto come un malato di mente, di continuo.

Ecco, con questo disco vorrei provare l’incredibile esperimento di dirlo prima: questo è un bel disco, con dentro parecchie cose. Anche se non è il mio genere consueto (ma è un sacco il genere di Sorrentino o, almeno, uno dei).

Tennis, Yours Conditionally (2017). Ahah, Sorrentino, prendi e porta a casa.
[Due prove che dico il vero, anche se la copertina, il video e un po’ loro sono terrificanti: In The Morning I’ll Be Better e Ladies Don’t Play Guitar].

diciotto copertine per festeggiare (another great season from mother nature)

Finalmente primavera. Per festeggiare, riprendendo un – bisticcio! – post de Il Post, un po’ di copertine del New Yorker in tema primaverile.

Bob Knox, 30 marzo 1992

«Metamorphosis» di Ana Juan, 24 marzo 2014

Saul Steinberg, 2 aprile 1960

Raymond Davidson, 3 aprile 1971

Saul Steinberg, 7 aprile 1975

Charles E. Martin, 12 aprile 1969

«Blossom Time» di Edward Sorel, 15 aprile 2013

20 aprile 1957

James Stevenson, 21 aprile 1973

Laura Jean Allen, 22 aprile 1974

Abe Birnbaum, 27 aprile 1968

James Stevenson, 24 marzo 1973

«Dark Spring» di Christoph Niemann, 28 marzo 2011

«Homage» di Ana Juan, 29 maggio 2010

William Steig, 9 maggio 1953

Garrett Price, 21 maggio 1949

«Union Square» di Ivan Brunetti, 31 maggio 2010

Infine, la mia preferita, in cui l’inverno si getta direttamente nell’estate.

«Winter is Sprung» di Raul Colon, 27 marzo 2000

le chiedo di rilasciare Ahmadreza Djalali

La vicenda di Ahmadreza Djalali è serissima: già ricercatore iraniano di 45 anni in Medicina dei disastri e assistenza umanitaria all’Università del Piemonte Orientale, è stato arrestato dai servizi segreti mentre si trovava in Iran per partecipare a una serie di seminari nelle università di Teheran e Shiraz. Dal 25 aprile 2016 è in carcere e rischia la pena di morte.
Amnesty international spiega il tutto.
Repubblica, tempo fa, riportando la notizia aggiunge una foto di Ahmadreza Djalali con la sua famiglia e aggiunge la didascalia: «con la moglie e due figli a Milano».

Alle loro spalle il Duomo di Milano, riconoscibilissimo nel suo stile neogotico liberty.
Ma son cazzate: chiedo anch’io di rilasciare Ahmadreza Djalali a meno che non sia incriminato per un reato riconosciuto dalle norme e dagli standard internazionali.

nemmeno questa legge

Lunedì è cominciata la discussione generale in Parlamento del progetto di legge sul testamento biologico, cosiddetto. Una legge complicata e importantissima, un percorso lungo quasi due anni, un lavoro di commissione irto e complesso. Ma è arrivata in aula.

Un momento nell’aula della Camera durante la discussione generale della proposta di legge sul Biotestamento, Roma, 13 marzo 2017. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Alcuni parlamentari (Piazzoni, Pini) hanno argomentato che l’aula era vuota perché in fase preliminare di discussione, ovvero in quella fase in cui la proposta di legge viene esposta ampiamente in favore dei verbali parlamentari e della stampa ma non dei deputati, che voteranno invece più avanti, e la cosa di solito avviene il lunedì.

Capisco. Anzi no, non capisco: che segnale dà l’aula vuota proprio quando si discute questa legge? Questa e non altre? Labate sul Corriere scrive un articolo condivisibilissimo:

La foto dell’aula di Montecitorio deserta, per giunta durante la discussione di una legge che potenzialmente riguarda la vita vera di ciascun cittadino italiano, è l’infamante spia di una politica assente, distratta, che sa come voltarsi dall’altra parte. E che ha fatto sentire la propria voce solo quando Dj Fabo ha scelto di morire. Molti dei parlamentari che quel giorno hanno riempito le loro bacheche di Facebook e Twitter di promesse rigonfie di retorica oggi non erano al loro posto. Diranno che era «solo» l’inizio della discussione, che quando si tratterà di votare «ci saremo». Ma per costoro, evidentemente, nessuna legge merita di spezzare il ritmo di quel calendario dei lavori che ufficiosamente, per chi siede nel Parlamento, va dal martedì al giovedì. Neanche quella che può dare a ciascuno il diritto di decidere fino a che punto, e a che condizioni, sottoporsi a cure che possono tenerti in vita. Nemmeno quella.

Anche Ellekappa ha commentato la vicenda ed è stata molto criticata per questo.

E invece ha ragione, anche lei. Non vale ritirarsi nei tecnicismi del funzionamento dell’aula parlamentare per spiegare tutte quelle assenze, è stato un segnale, chiaro, e come tale sarebbe stato molto migliore e preferibile se fosse stato opposto: aula piena perché è una legge importante e il Paese riflette seriamente sulla questione.

Legge sul biotestamento alla Camera: aula vuota durante la discussione.
Il testo è già stato portato in Svizzera.
(Spinoza)