"Sameh Akram Habeeb e gazatoday." 2 commenti siu ha detto... Distanze. Una è banale non meno che cruciale, ed è quella semplicemente geografica, chilometrica, fra noi -quelli che hanno avuto culo- e quelli di Gaza. E poi c'è l'altra, per la quale non bastano gli aggettivi del vocabolario, diciamo tragica e grottesca insieme, tanto per dire qualcosa: tra la REALTA', e la sua rappresentazione (mascheramento interpretazione manipolazione falsificazione...) che ci arriva da tutti i media ufficiali. Ed è più o meno la stessa distanza che corre fra quel che è il giornalismo, e quel che dovrebbe essere. W Sameh. Grazie Trivigante. 15 gennaio 2009 15.06 gnappolo ha detto... Grazie, Trivigante. A differenza di altre guerre condotte con modalità inspiegabili dagli stessi agressori ("E vabbè, Presidente, diremo che hanno armi di distruzione di massa..."), in questa occasione mi sembra che l'informazione che arriva quassù sia tutto sommato decente e comunque molto meno "embedded" (perchè incontrollabile?). A parte che però manca la voce dell'opposizione ebraica alla guerra... questo si. Ma c'è? Al contrario dell'informazione, ora più che mai, nonostante la scomparsa di Ferrara, le reazioni alle notizie, quelle sì, sono sconcertanti e sempre basate su semplici e idioti assiomi: 1. non si può essere amici del popolo palestinese senza essere fiancheggiatori di hamas 2. non si può pretendere che israele rispetti il diritto internazionale (ma cazzo, usano le bombe al fosforo bianco!) senza essere tacciati di antisemitismo 3. se vuoi che hamas non lanci i missili allora devi sostenere la guerra in ogni sua forma... Siamo anche stavolta, ancora una volta, da capo. Grazie, Trivigante. 16 gennaio 2009 9.50